ROMA, CHIUDE IL “SISTINA”, TEMPIO DEL TEATRO LEGGERO

DI UMBERTO SINISCALCHI

La bomba è scoppiata piano, come se gli artificieri l’avessero disinnescata.
Ma da due giorni è certo che il teatro Sistina cessa l’attività, dopo quasi 71 anni.
Il nostro tempio del teatro leggero, regno di Garinei & Giovannini, dove si sono esibiti le più grandi soubrettes e i migliori attori italiani, chiude i battenti.
Il direttore artistico, Massimo Romeo Piparo, autore, attore, regista e produttore, al timone del Sistina da 6 anni, ha riconsegnato le chiavi del teatro alla società, già fallita, che dovrebbe gestire l’attività. E per fortuna ha potuto pagare tutte le spettanze ai lavoratori, dal TFR alla cassa integrazione.
Pensate ad un nome dello spettacolo qualunque. Al “Sistina” ci è stato. Un teatro bellissimo, 1600 posti tra platea e galleria, con le poltrone in velluto rosso.
Non è proprio un buon momento per lo spettacolo, a Roma e in Italia. Un altro importante teatro romano, tempio della prosa, l'”Eliseo”, è nella stessa situazione.
In fondo, come ha detto in maniera improvvida il presidente del Consiglio, Conte, “gli attori ci fanno tanto divertire”. Un altro posto lo troveranno (☹).
Dal Ministero della Cultura e dello Spettacolo, per ora neanche una parola.
Il Covid ha fatto un’altra vittima. E lascia spazio ai ricordi.
Tante commedie musicali e tanti concerti. Così, tra un “Aggiungi un posto a tavola” e un “Rugantino”, al “Sistina” hanno trovato posto concerti di star internazionali.
Me ne sta a cuore uno. Era l’inizio di ottobre del ’90, e Ray Charles era in cartellone per un’unica data.
Ci andammo, Giulia ed io. Parola mia, è stato uno dei concerti più belli e divertenti della mia vita.
Il vecchio Ray era in gran forma. Lo accompagnarono al piano e lui, toccato dalla grazia, ci deliziò per quasi due ore con tutti i suoi più grandi successi.
Georgia on my mind, I got a woman, I can’t stop lovin’you, Unchain my heart, Alleluhiah and I love her so e tante altre canzoni, una più bella dell’altra.
Ma il top fu “What I’d say”. La gente, pubblico eterogeneo, ballava sulle poltrone. Al punto che Ray decise di inserirla nei bis.
Grazie Ray, grazie Sistina. Continuo a sperare che una soluzione si troverà. E che il mio non rimanga solo un bellissimo ricordo ma che si possa trovare lo spazio per tanti altri