DI DANIELE CARLI
Barbara Bartolotti nel 2003 è stata colpita con martellate al cranio, coltellate all’addome (con perdita del feto che portava in grembo), calci e pugni al fine di sfigurarla, ed è stata data a fuoco da un collega geloso del fatto che lei avesse un marito e lo avesse rifiutato. La forza di questa donna l’ha portata a fingersi morta per poi scappare sulla tangenziale per chiedere aiuto, mentre era mezza carbonizzata.
Dopo 10 giorni di coma, 6 mesi di ospedale, 27 interventi e la paura di morire è rinata più forte di prima.
Il collega di lavoro avrebbe dovuto fare 25 anni di galera per tentato omicidio della donna.
Reo confesso e dopo vari patteggiamenti, gli hanno dato 4 anni di domiciliari.
Con L’ indulto non ne ha scontato nemmeno uno.
Lei non trova più lavoro: le dicono che non la vogliono perché “fa impressione”.
Lui lavora in banca, ha fatto carriera e si è sposato.
Lei è stata licenziata da quella banca, perché tra i vari capi c’era lo zio dell’aggressore.
Nel 2016, Barbara ha fondato l’associazione Libera di Vivere.
La giustizia nel nostro paese a volte è davvero strana e incomprensibile