DI CRISTINA PEROZZI
Federico García Lorca viene fucilato da militanti del movimento politico CEDA e gettato in una tomba senza nome a Fuentegrande de Alfacar vicino Granada.
Il suo corpo non venne mai ritrovato.
Il 16 agosto 1936 suo cognato, sindaco socialista di Granada, viene fucilato ed il poeta, che si era rifugiato in casa di un amico, viene arrestato da Ramón Ruiz Alonso, ex rappresentante della CEDA, Confederación Española de Derechas Autónomas, affiliati al dittatore gen. Francisco Franco.
Nonostante la promessa che sarebbe stato rimesso in libertà “se non ci sono denunce contro di lui”, il governatore José Valdés Guzmán, con l’appoggio del generale Gonzalo Queipo de Llano, dà ordine, segretamente, di procedere all’esecuzione.
A notte fonda, Federico García Lorca è condotto a Víznar, presso Granada, e all’alba del 19 agosto del 1936 viene fucilato sulla strada vicino alla Fuente grande.
La sua uccisione provoca indignazione mondiale:spiccano le parole di sdegno dell’amico Pablo Neruda.
Un documento della polizia franchista del 9 luglio 1965, ritrovato nel 2015, indicava le ragioni dell’esecuzione:
“massone appartenente alla loggia Alhambra… praticava l’omosessualità e altre aberrazioni”.
Intensa controversia circa i dettagli di questo omicidio.
Nel 2009 a Fuentegrande de Alfacar (Granada), consulenti tecnici andalusi individuarono una fossa comune, dove si suppone sia stato gettato il corpo, e con il georadar captarono sei corpi.
Il 29 ottobre 2009, iniziò lo scavo per rinvenire eventuali resti del poeta, ma nell 2011 il governo andaluso interruppe le ricerche per mancanza di fondi ed il 19 settembre 2012 il Tribunale di Granada archiviò la richiesta di esumazione, interrompendo ogni attività di ricerca.
“Chi cammina
dimentica.
E chi si ferma
sogna.””