DI PAOLO BORROMETI
Gioele ed Evan rimarranno nella storia di questa triste estate, così come Alessio e Simone sono indelebili nei nostri cuori dall’anno scorso.
Quattro bambini che, insieme, non fanno neanche la mia età, 37 anni.
Evan, ucciso a soli 21 mesi, malmenato (probabilmente) “perché piangeva”.
Gioele, morto a 4 anni, il cui corpo è stato ritrovato oggi, martoriato.
Contesti familiari diversi, con un’unica fine: la morte dei bambini.
C’erano segnali che si potevano cogliere? Perché si è arrivati a questo punto?
Sono tutte domande che meritano risposte, innanzitutto dagli inquirenti ma probabilmente anche da una società – quindi da ognuno di noi – che non tutela più come si dovrebbe l’infanzia ed i sogni dei più piccoli.
Basti vedere i dati di Terre des Hommes (organizzazione impegnata nella difesa dei diritti dei bambini) che mesi fa segnalava come, nel nostro Paese, il numero dei bimbi vittime di violenza sia cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni. Nell’ultimo anno 5990 bambini sono stati vittime di violenza e, rispetto a 10 anni fa, le violenze sono aumentate di oltre il 40%.
È un fenomeno sociale che non ci può lasciare indifferenti e che, purtroppo, non si può liquidare con l’emozione del momento per poi far finta di nulla.