di PAOLO DI MIZIO
Se non ho capito male (spero di no), nella prossima legge di bilancio, ossia nella finanziaria di questo autunno, non dovremo accantonare la cifra necessaria per sterilizzare l’aumento dell’IVA, ovvero l’impegno che nel 2010 fu contratto dal governo Berlusconi-Lega e che da allora ci trasciniamo dietro come una palla al piede e che ci impedisce ogni politica espansiva.
Ricordiamo che altri Paesi pagano un’aliquota Iva superiore al nostro 22%. Per esempio, Finlandia 24,5%, Danimarca 25%, Ungheria 27%, Irlanda 23%, Polonia 23%, Svezia 25%, Portogallo 23%, Grecia 25%.
In altre parole, l’Europa quest’anno ci condona 25,7 miliardi di euro, pari a una maggiorazione di spesa di euro 1.200 per ogni famiglia italiana.
È un regalo che va ad aggiungersi al credito del Sure (27 miliardi) e ai 209 miliardi tra prestito e donazione a fondo perduto che dovremmo incamerare nel 2021 col Recovery Fund.
Per fortuna l’Europa c’è, anche se a qualcuno dispiace.