DI CRISTINA PEROZZI
Un anno fa è stato avviato un innovatico progetto economico africano e non ne ha parlato quasi nessuno.
54 nazioni africane su 55 (tranne l’Eritrea), riunite in Niger, hanno avviato l’esecuzione di un accordo di libero scambio al loro interno, che progressivamente creerà un mercato unico ( libero da dazi, tariffe e barriere doganali) per tutti i paesi africani per il loro commercio interno.
Non è un processo basato su nazionalismi e neocolonialismo, tantomeno solo su aiuti internazionali, che spesso in Africa finiscono nelle mani di classi dirigenti corrotte e alimentano corruzione e guerre.
È invece basato su mercato e il libero commercio perché l’ Africa negli ultimi 20 anni ha raddoppiato il proprio Pil ma evidentemente il suo patrimonio naturale non contribuisce ancora ad un benessere interno che impedisca catastrofi umanitarie, guerre e grandi migrazioni.
Questi accordi economici di mercato e una cooperazione internazionale “intelligente” forniscono a centinaia di milioni di persone la possibilità di una vita serena e tranquilla, eliminando le cause della miseria e della guerra e fermando così le migrazioni.
Ma occorre cambiare prospettiva e invece di perseguire un continuo e lucroso sfruttamento in Africa, si dovrà cooperare per l’autonomia economica e la sicurezza interna.
Questa è una politica migratoria che rispetta il diritto internazionale e non fa morire migliaia di persone.