DI FRANCESCO FRAVOLINI
Ieri ho rivisto per la terza volta la fiction su Canale 5 che ripercorre la Sua vita fino al momento della barbara uccisione. Mi sono commosso come sempre nel rivedere un uomo con senso dello Stato impegnarsi in prima linea a beneficio della società. Purtroppo, in questo momento storico, mancano figure istituzionali come Lei che riusciva a coinvolgere persone per combattere le ingiustizie o addirittura per bloccare focolai di rivoluzionari (le brigate rosse). Manca la Sua capacità e il Suo amore per lo Stato così come manca il rispetto che soltanto Lei ha saputo manifestare quasi come se fosse un insegnamento. Amava la famiglia e la Sua rettitudine faceva comprendere il comportamento da adottare in famiglia e nella società. Oggi siamo all’ultimo capitolo della storia italiana perché non ci sono persone nelle Istituzioni del Suo livello intellettuale e comportamentale. Manca il sorriso che Lei aveva quando giocava con i suoi figli perché la rabbia si è sostituita alla verità oggettiva ampliando il caos dei sentimenti. Già, i sentimenti. Perché una società che non si ama è arida, quindi facilmente in declino se non si rivaluta il prossimo e il bene comune: quell’afflato che unisce una comunità. Quelle stesse Istituzioni che Lei ha combattuto stanno generando ingiustizie quotidiane su ogni settore. Manca la Sua grinta che personalmente ho interpretato soltanto come guida e sicurezza, proprio come fanno i genitori verso un figlio: rigidi nel momento di educare, morbidi quando bisogna coinvolgere i sentimenti per valorizzare l’amore. Manca quell’amore, manca quel sentimento, manca la Sua presenza. Mi manca Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Con infinita stima