DI LUCA BAGATIN
Nonostante la salute dovrebbe essere un bene pubblico e tutelata in quanto tale, anch’essa sembra diventata terreno di scontro nell’ambito di una nuova Guerra Fredda non dichiarata, ma nei fatti portata avanti dagli USA contro tutti i Paesi ad essa non allineati.
E’ il caso del vaccino russo anti-Covid19 ribattezzato “Sputnik V”, registrato in agosto e sviluppato dall’Istituto di Ricerca Gamaleya di Epidemiologia e Microbiologia del Ministero della Sanità russo.
Il Dipartimento del Commercio degli USA, ha infatti messo al bando, fra molti altri, anche l’istituto scientifico russo che ha contribuito a svilupparlo.
La motivazione sarebbe il timore che gli istituti russi in questione facciano parte del programma del Ministero della Difesa russo sulle armi chimiche e biologiche. Dunque, le autorità statunitensi, hanno introdotto restrizioni alle importazioni relative ai prodotti in questione, ritenendoli rischiosi per la sicurezza nazionale.
Da notare che, come ha scritto il giornalista e scrittore statunitense Ben Norton, denunciando tale fatto, “più di un quarto della popolazione della Terra vive in Paesi che stanno subendo sanzioni statunitensi”. Fra cui Paesi che hanno ampiamente battuto gli USA nella lotta al Covid 19, fra i quali Cuba (che ha finanche inviato medici in Europa) e Cina.
Il Cremlino, per contro, ha definito un “assoluto nonsenso” la decisione del Dipartimento del Commercio USA, in merito, denunciando ancora una volta l’assurda politica sanzionatoria adottata dall’Amministrazione USA.
Oltre a ciò – l’Amministrazione Trump – ha imposto sanzioni a due dozzine di società cinesi nei settori delle costruzioni, delle comunicazioni e della tecnologia, con l’accusa di “dedicarsi ad attività contrarie agli interessi della sicurezza nazionale statunitense”.
Una nuova Guerra Fredda – in sostanza – che certo non fa bene al Pianeta, specie in tempi di pandemia.
Luca Bagatin