COLLEFERRO, HA VINTO LA LEGGE DEL BRANCO

DI UMBERTO SINISCALCHI

“Con le mani, come se non ci fosse un domani”.
Così scriveva spesso sui suoi profili social Marco Bianchi, che insieme a suo fratello, Gabriele, 21, Mario Pincarelli, 22, e Francesco Belleggia, 21 anni, ha massacrato di botte Willy Duarte. Eccoli nella foto, sprezzanti e, come sempre, pronti a menare le mani.
Il branco era conosciuto da quelle parti. Tutti di Artena, seminavano il panico nelle vicine Colleferro, Paliano e Valmontone, dove la provincia di Frosinone è più vicina a Latina.
Tatuaggi, la passione per le arti marziali, i gioielli vistosi (e finti) e gli abiti griffati, il branco terrorizzava chiunque non volesse adeguarsi al proprio “potere”.
Precedenti per droga, rissa e oltraggio, i quattro non hanno esitato ad usare il karate contro il giovane Willy, “colpevole” di essersi messo in mezzo. E il ragazzo sarebbe stato ucciso proprio da un terribile “calcio girato”, a metà tra karate e kung fu, di quelli che Bruce Lee distribuiva ai suoi nemici di celluloide.
Dopo aver fatto “giustizia”, i quattro sono andati a bere una birra in un pub di Colleferro. Lì i carabinieri li hanno trovati e fermati.
Il “capo”, durante l’interrogatorio, non ha battuto ciglio, come suo fratello. Gli altri due hanno provato a prendere le distanze, ma anche per loro sono scattate le manette.
Accusa: omicidio volontario, con l’aggravante dei futili motivi.
Ora il branco è dietro le sbarre, nel carcere romano di Rebibbia. Probabilmente i quattro verranno processati con rito abbreviato, per evitare 30 anni di prigione.
Ma ormai il danno è fatto. Ha vinto la sporca “legge del branco”. E Willy il buono, la Roma nel cuore, non tornerà