WILLY E’ UN EROE. I SUOI AGGRESSORI SONO LO SPECCHIO DELLA DECADENTE SOCIETA’ CAPITALISTA

DI LUCA BAGATIN

Willy Duarte Monteiro aveva difeso un amico dall’aggressione di quattro o cinque energumeni suoi coetanei.

Willy è un eroe, perché l’eroe è colui il quale difende i più deboli. L’eroe, purtroppo, nel mondo materiale, è anche colui il quale si immola per una causa nobile, alta e giusta.

Willy è stato ucciso barbaramente dagli aggressori.

Aggressori vigliacchi, abituati al lusso sfrenato, che sembrano rappresentare la società effimera e capitalista che li ha cresciuti e che, purtroppo, inevitabilmente condiziona le nostre vite.

Per vivere nel lusso, per garantirti la ricchezza, sei disposto a tutto.

Come qualcuno ha scritto, nella società Occidentale opulenta – fondata sulla dittatura strisciante del danaro – alle donne piace il bullo di successo. Così come a noi maschi piacciono le fighe stratosferiche da copertina patinata.

Sarebbe ipocrita dire il contrario.

Ma sarebbe anche sciocco dire che ciò non sia da malati dell’effimero e dell’egoismo. Effimero e egoismo che condiziona le nostre fragili menti, di persone del tutto inconsapevoli di quali siano gli autentici valori ai quali una società sana e fondata sul senso di comunità e di altruismo dovrebbe uniformarsi.

Il fatto è che, nell’emisfero capitalista, borghese, occidentale, siamo condizionati da una società opulenta. Fondata sul danaro, la ricchezza, il successo.

Un benessere materiale effimero, che ci fa vedere il bello solo nell’effimero, nell’apparente, finanche nel soggetto apparentemente più forte.
Il problema di fondo è, dunque, che sino a che non abbatteremo questa società capitalista, i nostri valori di riferimento saranno sempre malati, falsati e effimeri. Oltre che moralmente e spiritualmente decadenti. Ed esisteranno i bulletti (magari finanche dediti allo spaccio o comunque alla ricerca del successo facile), che opprimeranno gli onesti.

Sono modelli che si riproducono in tutte quelle realtà e società nelle quali avanza il capitale e la modernità. Ovunque avanza il colonialismo dell’immaginario collettivo (che non è altro che una evoluzione del colonialismo razzista europeo, statunitense, liberale e bianco ai danni dei popoli del Terzo e Quarto Mondo).

Un immaginario che impone di desiderare sempre di più; di aumentare la propria ricchezza: il proprio successo; il proprio “status symbol”. Senza far presente che – essendo peraltro le risorse limitate e così la crescita economica stessa – il ricco sottrae sempre risorse alla coumunità e getta le basi per una società malata e fondata sull’egoismo e sulla prevaricazione del forte su tutti gli altri.

San Francesco, il poverello di Assisi, lo comprese e – dopo una vita dedita alla ricchezza e ai piaceri terreni – si liberò dall’effimero e da tutte le sue ricchezze, che lo legavano a un mondo fasullo, depravato e corrotto.

Se per i cristiani quella di Francesco fu una conversione religiosa, per noi laici può essere vista come una conversione antropologica. Come un cammino verso la sanità mentale e la redenzione da una condizione di schiavità psicologica, che genera sfruttamento e violenza.

Chi cresce i propri figli nella ricerca del successo e della ricchezza, non pensa in realtà né al loro bene, né a quello della comunità.

Solo una comunità fondata sull’altruismo, sul lavoro in comune e per il benessere della stessa (superando così la schiavitù del lavoro salariato), fondata sul disprezzo per la ricchezza materiale (ma sulla promozione dell’evoluzione interiore) e sul superamento del danaro quale mezzo di scambio, può definirsi una comunità sana, democratica, civile, evoluta.

Una comunità socialista che guarda all’essenza (e al vivere del necessario, non del superfluo) e disprezza l’apparenza.

Una comunità che forgia eroi – come Willy Duarte Monteiro – e abbatte gli anti-eroi (siano essi borghesi, materialisti, capitalisti, modernisti, liberali…). Fondata su valori proletari e al contempo aristocratici antichi.

Una società senza classi e formata da persone libere dalla materia e eguali nello spirito.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it

Immagine di copertina di Kutoshi Kimimo