11 SETTEMBRE 2001

DI CLAUDIA SABA

Torri Gemelle.
11 settembre 2001.
Due aerei dirottati da seguaci di Al Qaeda si schiantano contro uno dei più grandi simboli americani.
Restano i nomi di 2974 vittime, scolpiti nel metallo.

Dopo un mese di vacanza in Italia, Mario e sua moglie erano in partenza New York dove si
erano trasferiti da una decina di anni.
Per una serie di circostanze spiacevoli persero il volo.
La notizia della tragedia arrivo’ mentre eravamo seduti a tavola.
Ci guardammo sbalorditi, in silenzio.
Con un pensiero fisso davanti a quelle immagini surreali.
Lo scampato pericolo, dopo il
disappunto per quel volo mancato che, in quel momento, si trasformava improvvisamente in un miracolo.
Il pianto del piccolo nel passeggino ci risvegliò riportandoci alla realtà.
Una realtà fatta di morte e disperazione.
Di vite e progetti sfumati in pochi attimi di follia umana.
New York colpita al cuore insieme alla sua immensa voglia di vivere.
La leggenda di un luogo che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, vorrebbe accarezzare.
Il sogno americano.
Fatto di strade azzurre meravigliose.
Dove c’è posto per tutti.
Dove si suona all’angolo di una strada e la voce di Frank Sinatra incanta da una radio.
Dove Marylin Monroe fa capolino da una torta e la luna di Neil Armstrong diventa quasi reale.
Un mondo profanato e ferito.
Al posto di quelle macerie, nello spazio denominato Ground Zero, in Lower Manhattan, si erge ora lo One World Trade Center.
E due piscine di 4.000 metri quadrati ciascuna.
Simboleggiano il vuoto lasciato dagli attacchi e dalle vittime.
I nomi delle vittime sono scritti lungo i bordi delle due piscine.