DI CLAUDIO KHALED SER
11 settembre
Quegli aerei che si sono schiantati sulle Torri, hanno colpito anche Noi,e la ferita si é aggiunta a tutte le altre che giorno dopo giorno, l’Uomo infligge ad un altro Uomo.
Le bombe di Kabul, piovute sui villaggi, come vendetta per l’affronto subito, i razzi di Baghdad, i missili su Tripoli, la strage dei Curdi, la violenza Cecena ed ogni altra forma di violenza di cui l’ Uomo é capace, tocca ciascuno di Noi.
“Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli, l’avete fatto a me”
Ognuno di Noi deve sentirsi colpevole e, nello stesso tempo, vittima dell’odio, ciascuno di Noi deve sentire la propria pelle bruciare per le ferite che Uomini hanno inferto ad altri Uomini.
La violenza uccide tutti ed é sempre la stessa.
Non c’é differenza tra un bambino morto sotto le macerie di Gaza o di Sanaa ed il corpo martoriato di Willy, ucciso a calci e pugni in un delirio criminale.
Non c’é differenza tra una Donna uccisa tra le quattro “mura sicure” della propria casa e una Donna assassinata per strada perché si era rifiutata di coprirsi il capo col velo della sottomissione.
E non trovo differenza alcuna tra la morte di un ragazzo, reo d’essere omosessuale, buttato da una finestra a Riad o accoltellato a Roma.
L’odio é un mostro dalle mille teste, si veste di abiti diversi, si mescola e si confonde, ma sempre e comunque uccide.
Ogni giorno é l’ 11 Settembre.
Tutti i giorni un aereo colpisce e non dobbiamo credere d’essere salvi solo perché non ci é caduto in testa.
E’ solo questione di tempo e fortuna.
Quel tempo e quella fortuna che sono mancati a coloro che ignari della tragedia che si sarebbe scatenata, lavoravano negli uffici delle Torri, a coloro che erano nei campi afghani, nelle case irakene, nelle strade libiche, fuori da una discoteca.
Di quel dolore, noi siamo stati spettatori, ma un giorno potremmo esserne protagonisti.
“Quello che mi spaventa di più, non é tanto la violenza dei cattivi, quanto l’indifferenza dei buoni”
(Martin Luther King)