DI VIRGINIA CIARAVOLO
Cosa accomuna Willy e Stefano?
Apparentemente nulla, se non la giovane vita distrutta, all’ apparenza.
Uno, bravo ragazzo, sorridente, figlio amorevole con sogni e progettualità futura. L’altro scapestrato, figlio che regala preoccupazioni, sogni purtroppo non pervenuti. Eppure c’è qualcosa che li unisce, che lega i loro destini. Entrambi in una notte buia, hanno incontrato la “ signora” violenza. Quella cieca, che non lascia respiro, quella che senza fiato e senza forze ti toglie la vita. Ieri guardando il film, non potevo non associare ed immaginare la terribile sofferenza di entrambi mentre venivano “ corcati” a morte. E poco importa se i loro aguzzini fossero quanto più diverso al mondo come ruolo sociale, criminali per Willi, persone perbene sulla carta per Stefano. Non importa l’origine, il ruolo che ricopri nella società, importa solo che la violenza, la frustrazione, la cattiveria, la perfidia, il livore, la rabbia, alcuni ce l’ hanno dentro, invade ogni poro, ostruisce ogni lucidità, copre ogni sensibilità e amore per se stessi e per gli altri. Ed in questo discorso badate bene, non centra nulla l’ Arma, struttura a cui va il mio sommo rispetto…la mia riflessione è sugli agiti umani, che dinanzi a tanta tracotanza rendono mute ogni parola, e invisibile ogni possibilità di giustificazione.