DI ALESSANDRO GILIOLI
L’occhio cade, è vero. Siamo spesso così noi maschi. Cinquemila anni fa prendevamo una mazza e la tiravamo direttamente in testa alla femmina che volevamo possedere, per portarcela nella caverna. Poi a poco a poco le cose sono cambiate. Ok, molto poco a poco. Ma sono cambiate. Il che ci dà un messaggio semplice. Ci possiamo emancipare dalla bestia. Diventando civili. Uscendo dalla caverna. A poco a poco. Ma magari neanche troppo a poco a poco. Anzi un po’ in fretta che è tempo. Possiamo emanciparci anche dalla subcultura dello spogliatoio del calcetto. Che è la caverna contemporanea.
Se a qualcuno cade l’occhio (cit. Vittorio Zambardino) lo raccolga, che è tempo.