DI EMILIANO RUBBI
In brevissimo:
1 Vince il SÌ, come avevano capito tutti, tranne quelli che non distinguono la propria bolla di Facebook dal paese reale.
2 Salvini prende una inaspettata e meravigliosa bastonata sui denti, ma è ancora saldamente il primo partito.
La destra governa 15 regioni su 20, c’è poco da festeggiare.
3 Zingaretti, con la sua celeberrima tattica dell’opossum (se non puoi batterli, fingiti morto), viene acclamato come vincitore, dalle parti del PD.
In realtà, due candidati vincenti su 3 (De Luca ed Emiliano) sono tutto fuorché espressione della sua leadership (anzi, sono proprio avversari interni), mentre il terzo (Giani) era talmente debole che è riuscito a far arrivare al 40% una candidata davvero improponibile in una delle due regioni più rosse d’Italia.
4 Gli avversari più pericolosi per le ambizioni di governo di Salvini, al momento, numeri alla mano, non sono il PD e il M5S, ma Zaia e la Meloni.
5 Il M5S, in pratica, festeggia il SÌ al referendum come se avesse vinto i mondiali del populismo, ma nel mondo reale scompare in diverse regioni, riducendosi a numeri da partito di Renzi.
Adesso, in pratica, il movimento di Grillo ha due opzioni: o cambia ancora una volta radicalmente pelle e diventa il partito di Conte (moderato e centrista), altrimenti passa la palla a Dibba e si candida al prossimo consiglio studentesco.
6 La sinistra (quella a sinistra del PD) scompare dappertutto.
E a questo punto è ora che metta in seria discussione una serie di errori storici: dalla storica tendenza alla microframmentazione, alla ormai chiara incapacità di saper intercettare gli umori del popolo, fino ad arrivare alla evidente incapacità nel comunicare, che la rende appetibile solo per pochissimi e repulsiva per tutti gli altri, che la percepiscono come “vecchia e fuori dal tempo”.
Non sono solo le idee, credetemi: è che le comunicate davvero male.
7 Renzi. Ovvero come un ego ipertrofico ti può ridurre alla completa irrilevanza nell’arco di pochissimo tempo.
Se si candidasse Ippo, il mio cane, in alcuni collegi prenderebbe più voti di lui.
Gli antichi greci parlavano della “Hybris” (iubris / la arroganza, la tracotanza) come di uno dei più pericolosi moti dell’animo, ma lui l’ha elevata a forma d’arte.
Patetico.
C’è ancora tempo prima delle politiche.
Ma se non si fa qualcosa adesso, subito, la destra, anche se acciaccata, vince a mani basse.
Partiamo da questo dato di fatto e comportiamoci di conseguenza.