DI CLAUDIA SABA
Titoli che non vorresti mai leggere.
E invece stanno lì a dirti che tutte le parole dette, tutti gli sforzi fatti fino ad oggi, sono serviti a ben poco se grandi luminari della stampa continuano a mandare messaggi sbagliati come questo.
“Rivara, il padre che ha ucciso il figlio lo ha abbracciato mentre gli sparava”.
Un titolo che racconta l’ignoranza, l’arroganza di chi vuole solo mettersi in mostra con frasi ad effetto, enfatizzando morbosamente la sofferenza e il dolore altrui.
A cosa serve tanto pietismo?
A mettere in risalto quel “povero” padre che uccide il figlio mentre lo abbraccia?
È la Morte che ha abbracciato quel bambino non il padre.
È la vendetta di un uomo nei confronti della donna che lo ha lasciato, a permettere che la Morte portasse via suo figlio.
È come Giuda che tradisce Cristo con un bacio.
Abbraccia e allo stesso tempo uccide tradendo la sua fiducia.
Chi scrive certe parole distrugge, quasi giustificando un gesto tragico come l’omicidio di un figlio.
Omicidio, si chiama omicidio.
E l’omicidio è un reato non è mai un abbraccio.
Un uomo lucido che organizza e premedita, dubito possa uccidere solo per depressione.
È un uomo pieno di rabbia e odio che uccide.
È un uomo che per quel suo retaggio culturale retrogrado e patriarcale, non sopporta una donna che pensa, che lascia, mettendolo di fronte alle sue sconfitte.
E chi scrive, questo dovrebbe saperlo bene.
Perché saranno sempre i più deboli a pagare, fino a quando non si farà una corretta informazione.
Fino a quando i grandi, i forti, gli adulti eruditi continueranno a regalare pietas piuttosto che verità.
Per dolo? Mentendo sapendo di mentire?
Non lo so.
Quello che so è che in un titolo come questo mancano tutte le basi di una corretta informazione.
“L’uccisione di un figlio è anche l’uccisione emotiva e psicologica della madre”. (Dott.ssa Virginia Ciaravolo).
E questi sono due omicidi.
Racchiusi in quell’abbraccio mortale.
Senza amore ma solo odio e rancore.