DI CLAUDIA SABA
Antonio Logli, 57 anni, condannato in via definitiva a vent’anni di reclusione per l’assassino e la distruzione del cadavere della moglie Roberta Ragusa, ha chiesto dal carcere la mano della compagna Sara Calzolaio.
L’ha fatto con un anellino di plastica che ferma i tappi delle bottiglie. Il lockdown aveva solo rallentato il finale di questa storia, uscita allo scoperto soltanto dopo la scomparsa di Roberta Ragusa, misteriosamente svanita nel nulla a Gello di San Giuliano Terme (Pisa) il 13 gennaio 2012.
Un amore che durava già Da otto anni all’insaputa di Roberta.
Ora che anche l’anagrafe ha riconosciuto la morte della moglie, non esistono più ostacoli alle nozze.
La difesa di Logli si è sempre basata sulla tesi dell’esistenza in vita di Roberta.