CARI PARLAMENTARI COSA ESULTATE? CHI HA VINTO REALMENTE E’ L’ANTIPOLITICA

 

DI VINCENZO G. PALIOTTI

Subito dopo i risultati tutti, tutti, esultano per i risultati ottenuti, anche chi non arriva al 2%, anche chi dall’alto del suo 1,6% millanta un contributo decisivo alla vittoria dell’alleato del momento. C’è poco da esultare amici cari, si fa per dire, avete perso tutti, ha vinto l’antipolitica. Quel SI al referendum significa: “meno siete e meglio è per la salute del Paese”.

Questo perché la vostra non si può considerare politica, è solo competizione per chi poi deve avere il potere in mano. E tutto questo è solo l’anticamera della vittoria del populismo, della demagogia. Si sentono ogni giorno di più voci, in numero sempre crescente, affermare: “sono tutti ladri, tutti perdigiorno, sfruttatori e mangia pane a tradimento”. Massima sfiducia quindi se non disgusto per come è gestito il paese, per come si intende oggi la politica, senza dimenticare le percentuali di astensionisti in crescita ad ogni tornata elettorale, e qui non c’entra il Covid 19 è tutt’altra epidemia che li ha colpiti: lo schifo.

E allora quale sarà la sola ed ultima speranza per chi nutre odio per questa classe dirigente? Attendere l’arrivo dell’uomo della provvidenza, quello dai “pieni poteri”? Nel paese ce ne sono tanti ben disposti. L’uomo cioè che non ha bisogno di voti, se li prende. Non ha bisogno di discutere un decreto, una legge, li mette in atto e tutti in riga sugli attenti a battere le mani. E ciò potrebbe accadere attraverso il presidenzialismo, tema già proposto e non ancora abbandonato da qualcuno che non si arrende all’idea di essere messo da parte, vero Renzi? Costui affermò non molto tempo fa: Non è più tempo di bluff, per questo credo sia giunto il momento di prendere il coraggio a due mani, di accettare la sfida e introdurre l’elezione diretta del presidente della repubblica o del presidente del Consiglio dei ministri” (AGI – 3 giugno 2020). Oltre a ciò, il leader massimo di un partito di governo, Beppe Grillo, ha ammesso pubblicamente che non crede nella democrazia parlamentare, riprendendo il punto di vista dell’ultimo “uomo della provvidenza” in ordine di tempo, l’ex presidente del consiglio Berlusconi che dichiarò davanti agli industriali: “LE ASSEMBLEE parlamentari pletoriche sono assolutamente inutili e addirittura controproducenti” (Resto del Carlino 22 Maggio 2009). Poi accortosi di averla detta grossa negò, come spesso accadeva, di aver detto quella frase.

L’unica via percorribile per tornare sulla strada maestra sarebbe quella di ritornare ad agire con la Costituzione ed i Codici alla mano, tornare a dare il giusto valore ai principi fondamentali della democrazia e della civiltà a costo di mettersi contro agli interessi di bottega. Se vogliamo rendere il Paese credibile, civile, giusto dobbiamo usare la testa non la pancia e soprattutto non prendere per oro colato le esternazioni di chi ha interessi che travalicano le buone intenzioni, l’unica “obbedienza cieca” che dobbiamo la dobbiamo alla nostra Costituzione, alle leggi che disciplinano la vita della Repubblica, alle nostre coscienze di uomini e cittadini e a nessun altri.

Ora qualcuno potrà sorridere ritenendo questi timori eccessivi o infondati, purtroppo però l’aria che tira è quella e sottovalutarla è pericoloso, anche perché è già accaduto nel secolo scorso con le conseguenze che tutti conoscono, anche quelli che fingono di ignorare. Le le condizioni economiche, l’antipolitica, il populismo, che si stanno facendo largo anche oggi, ebbero una parte determinante per l’affermazione dell’uomo solo al comando.