DI ANTONIO AGOSTA
Vincenzo Ferrera nasce a Palermo, classe 1973. E’ un attore italiano di teatro e cinema, ha 30 anni di carriera alle spalle. Ha lavorato con i più grandi attori del panorama italiano. Toni Servillo, Mario Martone e Carlo Secchi. Inizia la sua carriera teatrale subito dopo la maturità nei laboratori della sua città, Palermo. Vincenzo crede nel talento, senza di esso meglio non mettersi in gioco. Lo abbiamo visto nelle soap opera “Agrodolce” e “Un posto al sole”, anche se Vincenzo preferisce il teatro. E come dice lui: buona la prima.

Vincenzo, quando tu eri bambino, dicevi “da grande voglio fare l’attore”?:
non faccio parte di quella cerchia di attori, avrei potuto fare altro. Ho un padre medico, avrei potuto fare il medico. La passione per il teatro è arrivata col tempo, forse gli ultimi anni del liceo in cui cominciavo a frequentare alcuni laboratori della mia città. Dopo il diploma ho frequentato la scuola della mia città.
Cosa ti ha portato a fare l’attore?: c’era sempre l’esigenza di esibirsi, forse narcisismo? magari esibirsi tra compagni di scuola, tra virgolette di successo. Forse per necessità. Il teatro va fatto come terapia, ho un padre neurologo. Magari cambiare identità, riempire certi vuoti
Qual è il metodo migliore per diventare un bravo attore?: non esiste un buon metodo per diventare un bravo attore. Ci vuole talento e passione che vanno sviluppati con la disciplina e lo studio. Senza di essi il talento non riuscirebbe ad esplodere
Fare l’attore è una scelta professionale o è una scelta di vita?: fare l’attore è una scelta di vita professionale. Ho 47 e la mia è stata una scelta di vita. A volte te ne penti, non ho fatto un percorso normale come tanti miei amici. Il teatro è un gioco, alla fine ti pagano.
Quali sono state le figure che hanno influenzato la tua curiosità artistica?: quando andavo al teatro ero incuriosito nel guardare i grandi attori come Giorgio Albertazzi e Glauco Mauri. Da ragazzino lavoravo con Glauco Mauri, mi stupiva il fatto che non avesse una casa e viveva in una camera d’albergo. Stava nove mesi in giro con la tournée.
Qual e’ stata l’esperienza più significativa della tua carriera?: la scelta più significato è stata lavorare nel teatro. Ho lavorato per 25 anni con Carlo Secchi, attore che ha fatto la storia del teatro. Tutta la compagnia recitava la trilogia shakespeariana, nel 96, al Teatro Garibaldi di Palermo e poi in Europa. Si recitavano tre triadi in giornata, dalle tre del pomeriggio fino a mezzanotte. La compagnia aveva tre o quattro ruoli

Ti abbiamo visto in tv nella soap “Un posto al sole”, mentre adesso ti vedremo nella serie televisiva “Mare fuori”. Per un attore è importante recitare in lungometraggio o per una serie televisiva?: ho fatto due anni con la soap “Un posto al sole”. C’è una differenza di tempi. In una soap le scene sono 15 al giorno, mentre per un lungometraggio due. La serie televisiva è fatta con velocità. Sempre buona la prima
Cosa non può mancare per fare l’attore, cosa non può mancare per riuscirci?: E cosa ti sentiresti di consigliare a un giovane collega che sogna di intraprendere questa strada professionale?: non può mancare la testardaggine la tenacia e il coraggio. In Italia si deve essere coraggiosi. Non so se consigliare una vita del genere. Si deve aver carattere, altrimenti non ha senso. Se la fortuna arriva, arriva, se non arriva niente. Con la tenacia qualcosa arriverà
Vincenzo, cosa fai al risveglio?: chiedere a un attore cosa fai al risveglio è strano. Quando si fai televisione ti svegli prestissimo. Con il teatro ti svegli tardi la mattina e hai tutto il giorno libero, poi lavori la sera. Io sto invecchiando, ed è per questo motivo che mi sveglio presto. Leggo i giornali, il mio libro e inizio la giornata
Dove sarà Vincenzo Ferrara tra dieci anni?: spero di fare la stessa vita che faccio adesso, di trovarmi sui palchi o su un set. Fra dieci avrò un figlio mio di 22 anni, qualcosa li avrei da fare.