ALICE NEL PAESE DELL’ORRORE

DI CLAUDIO KHALED SER

Definire “una bellissima storia italiana” come ha fatto il Capo del pool antiterrorismo milanese, Alberto Nobili, l’arresto ed il rimpatrio di Alice Brignoli, la terrorista italiana convertita non semplicemente all’Islam, ma soprattutto alla criminale ideologia jihadista del Califfato, é secondo me, assolutamente fuori luogo.

E’ una tristissima storia di follia, di plagio, di schiavitù, di violenza.
Su di Lei ma soprattutto sui bambini che questa donna ha messo al mondo, trascinandoli in una spirale di odio, addestrandoli ad uccidere un fantomatico nemico.

Non c’é nulla di bello in questa vicenda, non la fuga dalla “civiltà” per arruolarsi nella barbarie, non la vita in un Centro Profughi insieme ad altre centinaia di disperati, non la vita dei bambini costretti ad impugnare le armi e ai quali é stato insegnato ad uccidere.

Io la chiamerei una vicenda terrificante.
Personalmente l’avrei lasciata là, tra la miseria e la disperazione, tra batteri e bombe.
Avrei continuato a “rispettare” la sua folle decisione di vivere nell’odio.
Le avrei portato via i bambini perché quella donna non é mai stata madre e non puo’ vantare nessun diritto su quelle creature.

Ora, lei é in carcere, in Italia.
Praticamente é passata dall’inferno al paradiso.
Si é dichiarata “felicissima”.
Mi dispiace che lo sia.

Bisognerà ricostruire l’infanzia di quei quattro bambini.
Non sarà facile, sono cresciuti nell’odio.
Non basterà l’amore di chi li accoglie, bisognerà cancellare e riscrivere la vita.

Ma ripeto, non é una “bellissima storia italiana” é solo una triste vicenda di dolore ed abusi, di sofferenza e schiavitù.

E lei non é una vittima, ma una carnefice.