DI ELISA BENZONI
Da oggi, 1° ottobre, i vaccini antiinfluenzali dovevano essere gratuitamente a disposizione per alcune categorie e a pagamento per tutti, almeno secondo le linee guida del governo. Ma poi le regioni si sono mosse in ordine sparso e sembra che i vaccini non saranno disponibili prima della fine di ottobre e comunque in misura non sufficiente.
La Circolare Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2020-2021, del 4 giugno, comunicava alle regioni, che hanno competenza sulla materia, le linee guida. Nella circolare si danno anche le tempistiche: “Vista l’attuale situazione epidemiologica relativa alla circolazione di SARS-CoV-2, si raccomanda di anticipare la conduzione delle campagne di vaccinazione antinfluenzale a partire dall’inizio di ottobre … tenendo presente che la risposta immunitaria alla vaccinazione impiega circa due settimane per svilupparsi pienamente”. In sintesi siamo in ritardo e non siamo neanche sicuri che l’offerta quest’anno sarà adeguata alla domanda, sia parlando di vaccini gratuitamente ottenuti sia di quelli da acquistare nelle farmacie.
Questo perché, e se la pandemia non ce lo ha suggerito siamo qui a ribadirlo con ansia, non esiste un sistema nazionale e le regioni si sono mosse autonomamente, come in loro potere, e spesso tardi e male, e non c’è stato un coordinamento nazionale. Nessun coordinamento di acquisto e le amministrazioni sono andate in ordine sparso: la produzione è di solito prevista in febbraio e quantitativamente la stima si fa nel mese di dicembre di ogni anno. Era dunque una penuria tutto sommato prevedibile. Ora l’unica strada è l’acquisto dall’estero.
Insomma alla fine della vicenda ci saranno regioni virtuose e altre no. Secondo la Fondazione Gimbe saranno 7 le Regioni e due Province autonome in cui mancheranno i vaccini per proteggere almeno il 75% delle persone rientranti nelle cosiddette categorie a rischio, mentre nel resto del territorio il problema riguarda la popolazione in generale. Le Regioni più in difficoltà ad ora sarebbero: Abruzzo, Basilicata, Lombardia, Molise, Piemonte, Umbria, Valle d’Aosta e le Province di Trento e Bolzano.
Era piuttosto rilevante non arrivare impreparati a questo appuntamento per ovvii motivi in tempo di pandemia. E lo ricordiamo per onestà intellettuale: appare piuttosto ridicolo sostenere una campagna per fare la vaccinazione antiinfluenzale quando poi non si mette la gente in condizione di seguirla.