MORS TUA VITA MEA

DI CLAUDIO KHALED SER


Chi aiutare a vivere, chi lasciare indietro ?

I medici tunisini devono fare i conti con l’incremento del contagio.
Hanno pochi letti disponibili, pochissimi mezzi per fronteggiare il virus.
Non possono farcela ad aiutare tutti.

Una giovane Donna, madre di tre figli, é morta ieri per CoVid.
Ricoverata d’urgenza in ospedale, é stata lasciata in corsia.
Nel reparto rianimazione tutti i letti erano occupati, nessun respiratore disponibile.
L’hanno vista morire senza poter far nulla per salvarla.

A pochi metri da Lei, un uomo anziano da giorni lotta contro il virus.
Respira a fatica, probabilmente non ce la farà a sopravvivere.
Se Lui morisse subito, Lei si salverebbe usando il suo respiratore.
Ma Lui resiste.
Lei no.

S’incrociano gli sguardi dei famigliari, tutti pieni di lacrime.
Di speranza gli uni, di dolore gli altri.
Ognuno guarda il “respiratore”.
Il marito della Donna spera che l’Uomo smetta di vivere, i figli di Lui che continui a resistere.
Di questa atroce lotta, alla fine, solo uno continuerà a vivere.

I medici, contro il muro, gettano lo sguardo tra i due letti.
E’ una corsa contro il tempo, ma loro non possono partecipare.
Aspettano.
E il destino decide, sarà Lei a doversene andare.

Intanto la sirena di un’ambulanza avverte che un’altra persona sta arrivando.
Si rinnova il dilemma.
Si rinnova il duello.

Un medico s’avvicina al letto dell’anziano, ascolta il battito sente il respiro.
E’ entrato in coma, questione di ore, forse di minuti.
Ma sono quelli che mancano per consentire all’altro di vivere.
Mette la mano sul tubo del respiratore, guarda i colleghi…..
“cosa faccio ?”

La figlia dell’uomo, capisce, lo guarda….. “No, per favore no, lo lasci respirare”
Lui la toglie concedendogli di vivere ancora.

L’altro rantola, chiede aiuto, non riesce a respirare, agita la mano…… il respiro diventa sempre più debole……..

L’orologio sul muro segna le 10 e 27…….