DI UMBERTO SINISCALCHI
Inutile che mi presenti. Sono 6 mesi e passa che sono entrata nella vostra vita. Mi portate con voi e ve la mettete per entrare nei negozi, al cinema, nei bar e nei ristoranti. Sui mezzi pubblici, dappertutto.
Voi non mi sopportate più, lo so bene. Ma che ci volete fare, io sono utile. Non volete infettarvi, vero? E allora sopportatemi, siate buoni.
Ho saputo che da domani, nel Lazio, mi dovrete portare anche per strada, come quando c’era il lockdown. Non l’ho deciso io, credetemi. Sono gli esperti che lo vogliono.
Lo so che qualcuno non mi vuole, mi considera uno strumento della “dittatura sanitaria”…
Che volete che sappia una povera mascherina? Mi usano da sempre i medici in sala operatoria, per rimanere sterili e non prendere infezioni. Ora servo a voi, un’altra volta. Mi trovate a 50 centesimi, in tutti i colori. Oppure griffata a 100 euro e anche di più. O anche con i simboli della vostra squadra del cuore, della vostra città, con le facce della gente famosa.
Sempre mascherina sono. E voi spesso mi buttate per strada, alla faccia dell’ambiente e della civiltà. Sfogate su di me le vostre paure, ansie, frustrazioni…
Ma che c’entro io? Sono solo una povera mascherina che vi vuol bene e vuole fare il vostro bene.
Dai, smettetela di mandarmi le maledizioni… credetemi, a me non fa piacere che voi perdiate il fiato a forza di portarmi. Ma con me, statene certi, siete più sicuri.
Spero che durerà poco, ve lo garantisco. È bello portare le maschere a carnevale, non è bello invece mettere una maschera per sembrare diversi da ciò che si è. E allora la gente dice: ti conosco mascherina.
Facciamo un patto? Voi smettete di maledirmi, io sarò sempre più sicura e garantirò la vostra salute.
Vedete voi. Cerchiamo di convivere.
Vi voglio bene.
La vostra mascherina