QUELLA INSANA PAURA DI DIRE: “TI VOGLIO BENE”

DI CLAUDIA SABA

Quando siamo diventati così avari di sentimenti?
Quando è diventato così difficile pronunciare quel semplice: “ti voglio bene?”.
Fare un complimento ci costa, ci pesa.
Ci fa paura.
Oggi, a quante persone abbiamo detto “ti voglio bene?”
Probabilmente a nessuna.
Convinti che tutti sappiano tutto senza dover parlare.
Convinti che il tradimento ci aspetti sempre dietro l’angolo .
La vita va talmente di corsa che non abbiamo più tempo.
E così si preferisce uno smile, un cuoricino in un whatsapp piuttosto che dire quella frase magica che tutti vorrebbero.
Ma un “ Ti voglio bene” allarga il cuore. Un sorriso, una frase, un sentimento mostrato agli altri rendono più bella la vita.
C’è complicità in quel “ti voglio bene”.
Curiosità del vivere.
Apertura alle emozioni, alle sensazioni, imprevisti della vita.
Mostrare ciò che proviamo non ci rende peggiori, né deboli.
Non mostrarci ci fa invece diventare aridi.
Soprattutto verso noi stessi.
Sentirsi dire ti voglio bene ci fa sentire appagati e preziosi.
Invece troppo spesso anneghiamo tra i “potevo”, i “dovevo”, e, i “se fossi”.
Senza trovare quel pizzico di coraggio che ci permetterebbe di scegliere tra il dovere e il piacere di essere ciò che siamo.
E …
“Ditelo ai bambini che siete fieri di loro, quanto bene volete loro e magari eviteranno, da adulti, di credere di non valere nulla”.