DI CRISTINA PEROZZI
6 ottobre 1981. Muḥammad Anwar al-Sādāt (محمد أنور السادات) terzo Presidente della Repubblica Egiziana dal 1970, viene assassinato al Cairo durante una parata militare a ricordo della guerra del Kippur, da Khalid al-Islambuli membro dell’organizzazione terroristico-fondamentalista della Jihad islamica e futuro braccio destro di OsamaBinLaden.
L’attentatore balzò fuori dal camion militare, correndo verso il presidente, gettò una granata e scaricò il suo fucile gridando «Ho ucciso il Faraone».
Nel 1978 Sadat aveva ricevuto il Nobel per la pace insieme al Primo ministro israeliano Menachem Begin, per il processo di pace israelo-egiziano che aveva portato agli accordi di CampDavid.
Gli accordi di #CampDavid erano molto impopolari tra milioni di musulmani specie fondamentalisti islamici che li consideravano una dimostrazione di debolezza egiziana.
L’Egitto così chiuse i rapporti con gli altri Paesi Arabi e Sādāt venne bollato come traditore della causa palestinese dal cd. “Fronte del rifiuto” ( Siria, Libia, Iraq, Algeria, Yemen del Sud e OLP), che favorì la sua espulsione dalla Legaaraba.
I tre ex Presidenti USA Ford, Carter e Nixon presero parte ai sobri funerali di al-Sādāt, ma non partecipò alcun leader arabo né musulmano, tranne il presidente sudanese Jaʿfar al-Nimeyrī.
Venne sepolto accanto al monumento al Milite Ignoto, sotto la dicitura “Eroe di Guerra e di Pace”.