DI CLAUDIA SABA
“Padrenostro”, il film di Claudio Noce interpretato da Pierfrancesco Favino è l’elaborazione di un trauma.
E non solo.
Favino e’ il “padre” che nasconde la paura alla sua famiglia ma anche a se stesso.
È il padre che attraverso il non verbale comunica la sua vulnerabilità.
Ma è anche il padre che fa del silenzio la sua tortura.
Tratto da un fatto reale e autobiografico, si rifà al rapimento del vicequestore Alfonso Noce, padre del regista.
L’evento, nel film, definisce i contorni di un dramma.
Quello di un bambino davanti al padre ferito e davanti alla morte di uno degli attentatori.
È qui che scatta lento ma inesorabile lo shock del bambino, il piccolo Valerio, interpretato da Mattia Garaci.
Favino, il padre, l’uomo che deve essere forte a tutti costi, si scopre all’improvviso per ciò che realmente è.
Un uomo che ha paura, che la trattiene per una sorta di dignità, ma che insieme alla paura trattiene anche l’amore.
La paura è il sentimento che si legge sui volti di tutti i componenti della famiglia.
Tra i primi piani intensi dove la bellezza del viso è attraversata da muscoli tirati per l’ansia e il terrore.
Padrenostro racconta uno dei temi più caldi e discussi.
La verità a tutti i costi oppure la bugia che protegge?
La trama suggerisce la verità.
La bugia incute ansia che in un bambino può alimentare traumi permanenti per tutta la vita.
Nascondere la verità fa sentire esclusi e abbandonati.
E cosi Valerio inventa l’altro se’.
Christian, interpretato da Francesco Gheghi, è la parte di Valerio primordiale, selvaggia, ribelle. Sana.
È, forse, la parte spezzata di Valerio.
La parte di se’, spaventata e spenta, che Valerio materializza attraverso un amico immaginario.
Amico che però riesce a risvegliare anche la coscienza di quel padre, finalmente consapevole, di quanto importante sia la verità per guarire se stesso e suo figlio.
Amare è mostrare anche la propria paura.
Un film, Padrenostro, che non è soltanto un film.
È sviscerare uno stato d’animo.
L’emozione della paura fin dentro la pancia.
Una paura che toglie il respiro e si scioglie improvvisa, dentro un abbraccio.
Un capolavoro!