DI DANIELE CARLI
Il 14 luglio scorso ogni cento tamponi effettuati 0,8 risultavano positivi. Oggi, ogni cento tamponi, ne risultano positivi 5,2.
Un’impennata di cinque volte in soli tre mesi.
Il 14 luglio scorso furono registrati 114 nuovi contagi in un giorno.
Oggi: 5.900.
Ripetiamo: 114 al giorno contro 5.900 al giorno.
Il 14 luglio scorso i morti furono 17 in un giorno.
Oggi sono stati 41.
Il 14 luglio scorso i ricoverati erano 777, di cui 9 in un giorno.
Oggi i ricoverati sono 5.076, di cui 255 in un solo giorno.
Ripeto: 9 al giorno contro 255 al giorno.
Il 14 luglio scorso i ricoverati in terapia intensiva erano 60. Cinque in meno rispetto al giorno prima.
Oggi in terapia intensiva ci sono 514 persone: quasi il 1000% in più
E 62 di queste, in terapia intensiva, ci sono finite solo nelle ultime 24 ore.
Tradotto.
Da mesi contagi, ricoveri in ospedale, in terapia intensiva, decessi aumentano costantemente, inesorabilmente, pericolosamente.
Per qualcuno noi non dovremmo fare nulla.
Il governo non dovrebbe fare nulla.
Nemmeno raccomandare meno incontri in casa.
Se no è dittatura. E’ 1984.
Per questi qualcuno dobbiamo aspettare di ridurci come Francia, Spagna, Olanda, Belgio, Ungheria, Repubblica Ceca dove i contagi sono il doppio o il triplo dei nostri e i ricoveri, come in Inghilterra, sono già più alti di aprile.
Per qualcuno dovremmo perdere tutto quel vantaggio che abbiamo conquistato grazie alle regole imposte da un governo che, per quelle regole, è stato definito criminale.
E dobbiamo aspettare di rivedere gli ospedali pieni, i medici in ginocchio, i camion con i morti.
Bisogna scegliere da che parte stare.
Quella di chi chiede piccoli sacrifici oggi per evitare un drammatico abisso domani.
O chi deride i piccoli sacrifici di oggi per lucrare politicamente sul drammatico abisso di domani.