DI PAOLO DI MIZIO
Caro Di Mizio,
per ora Virginia Raggi è l’unica candidata per il rinnovo del sindaco di Roma. I candidati degli altri partiti dove stanno?
Elio Pacetti
Gentile lettore,
è proprio questo il punto: a destra e a sinistra non riescono a trovare uno straccio di candidato. Appena si fa un nome, il diretto interessato fugge alla velocità della luce. Il Pd, disperato, forse alla fine dovrà fare buon viso a Calenda, che del Pd non è, ma col sottinteso che al (probabile) ballottaggio i voti convergeranno sulla Raggi.
A destra è come andar di notte: hanno sparato i nomi di un ex prefetto, un direttore di tg Rai e due manager. Ma nessuno di loro pare ne voglia sapere. Ora si è autocandidato Massimo Giletti, il conduttore, ma Meloni & C. nicchiano: sarebbe una scheggia impazzita, incontrollabile.
Una volta la carica di sindaco era appetita da tutti: c’era la lotta all’arma bianca per avere la candidatura. È bastato un mandato della Raggi per scoprire che l’imperatore è nudo: i problemi di Roma sono giganteschi e nessuno può risolverli per magia e tantomeno può pensare di lasciare le cose come stanno, occupandosi solo del dietro le quinte, dove si tessono accordi con i potentati di sempre: costruttori, faccendieri, mafie capitali che non vanno chiamate mafie, e tutto il resto del sottobosco.
Della Raggi si può pensare quello che si crede, ma è indubbio che abbia onestamente cercato di fare il possibile per questa martoriata città. Qualche volta è riuscita, qualche volta meno. Ma ha stabilito una pietra di paragone: indietro non si torna, dopo di lei i vecchi metodi di Roma “cosa nostra” non sono più praticabili.
Da La Notizia di Gaetano Pedulla’