DI CARLO PATRIGNANI
La diffusione senza frontiere del virus detto Sars-Cov-2 che, democraticante, miete vittime ovunque, impone la scelta del modello di societa’ e la scala delle priorita’ da garantire e da privilegiare e quali invece da ridurre o sospendere in attesa della fine della devastante epidemia.
Se cioe’ una societa’ opulenta, affluente e consumistica o una societa’ sobria, temperata e magari “più ricca perche’ diversamente ricca”, proposta nel lontano 1967 da Riccardo Lombardi.
Non si esce da questo dilemma culturale e storico che in altri tempi si riassumeva in “socialismo o barbarie”.
Sarebbe irreale e fuori luogo ritornare, come se fossimo al tramonto del XIX o l’alba del XX secolo, al superamento, alla morte, del capitalismo come teorizzato dal marxismo-leninismo, il cui obiettivo non raggiunto era ‘trasformare il mondo’. E non l’uomo che purtroppo era quello che era, quello fatto dal Padre Eterno nel Paradiso terrestre: c’erano soltanto il capitalista cattivo e l’operaio buono. Obiettivo fallito il passaggio per la morte del capitalismo al socialismo: il crollo del Muro di Berlino (1989), prima ancora la destalinizzazione (1956) e i gulag hanno messo in evidenza che il capitalismo di Stato era tenuto in piedi dalla dittatura e che l’uguaglianza (solo apparente) non si era coniugata con la liberta’: lo stesso e’ stato – ed e’ – in Cina con le giacchette grigie per tutti ma senza liberta’ di pensiero e di azione.
Oggi non si tratta allora di superare o abolire il capitalismo, che comunque ci dara’ anche stavolta il vaccino contro il temibile virus, ma di addomesticato per renderlo umano, al servizio dell’umanita’. Un capitalismo in altra versione: sobrio, temperato nell’uso, tuttora dispersivo e disinvolto delle risorse, che non sono illimitate, in primis l’ambiente. E’ tutt’altro dalla decrescita felice!
Per questo l’obiettivo non e’ trasformare il mondo, sin troppo inquinato, ma quello di trasformare il pensiero, il modo di vivere, di stare insieme e riconoscere gli altri come esseri umani.
Di qui allora una societa’ non più povera ne’ austera e triste, ma “più ricca perche’ diversamente ricca” per disporre non di meno consumi ma più consumi durevoli e non superflui: più ospedali, scuole, universita’, centri di ricerca, biblioteche, case, posti di lavoro, treni e bus. Diversamente ricca perche’ ha a cuore la salute psico-fisica delle persone, la loro istruzione e cultura.
Ha a cuore l’uguaglianza tra tutti gli esseri umani pienamente liberi e diversi. E ancora la qualita’ della vita, l’ambiente pulito e tutelato.
E la realizzazione professionale e sociale di tutti/e, anche del capitalista con i suoi legittimi profitti derivanti dal suo lavoro e non dalle plusvalenze finanziarie.
Il virus che non e’ condanna divina sara’ sconfitto dalla scienza: e’ gia’ accaduto tante altre volte in passato. Sara’ cosi’ la vittoria dell’intuizione, intelligenza e lavoro dei nuovi Jenner, Koch, Pasteur ma anche dei proprietari (capitalisti) di case farmaceutiche.