L’ACERO CANADESE: IL SEMAFORO GIALLO DELL’INVERNO

DI LIDANO GRASSUCCI

L’acero canadese del mio giardino ha ora tutte le tonalità dal rosso all’infinito. E’ un  punto in un prato che l’acqua d’autunno ha rinverdito e la vita fa buon giorno. Il gelo che s’annuncia fermerà l’erba alta, e resterà così per l’inverno se non fosse per l’erba pazza, spinosa che non ha paura di nulla neanche dei denti del mulo.
L’acero canadese del mio giardino ha tutte le tonalità dal rosso all’infinito. La sera quando il sole va a passare la notte da un’altra parte quei rossi delle foglie sembrano destinati a incontrarsi con quelli del sole che si vuol tuffare per ritornare da monte con diversi colori. Un orologio delle stagioni, come se i boschi accendessero il semaforo giallo al freddo, come gli dicessero aspetta un poco, fai piano, non osare che c’è bisogno del tempo per far mettere il pigiama alla primavera che a primavera si sveglierà.
Dio mio, sto parlando con un albero, che gli parlo in italiano lui mi risponde in francese nell’idea che ho del Quebec lontano e che non toccherò mai ma ci sono stato con le giubbe rosse e Black Macigno.
L’acero canadese del mio giardino ora ha tutte le tonalità dal rosso all’infinito. Io e lui siamo due ospiti in questo piano, orfani di montagne distanti o vicine non so, ma ci accomuna la nostalgia che va dal rosso all’infinito.
L’acero è un semaforo dei boschi per l’inverno: tra poco darà il segnale di passare e sarà gelata la mattina.