DI LIDANO GRASSUCCI
Il desiderio viene da se, è un bisogno sognato… piacevole. Ma ora non c’è spazio. Dicono che il covid tolga i sapori, non c’è sale, non c’è zucchero, insignificante il miele. Siamo dentro tempi insipidi, tempo senza possibilità di gelato, di zuppa inglese.
E in tempi così, come in un grande domino, cominciamo tutti a sopravvivere, a sperare di cavarcela, e perdiamo il desiderio. Il desiderio della seta manda Marco Polo in Cina, il piacere delle spezie mandano Colombo a sbagliare la via delle Indie e si ritrova l’America. Il desiderio muove il mondo per le vie che cambiano.
E c’è un bisogno di desiderio che stiamo uccidendo in nome e per conto della paura di un’esistente sicuro.
Dimentichi del passato che ci fa contraddire e del futuro che non sappiamo immaginare.
Questo uccide il Covid, la possibilità di fare strade diverse e imbattersi in panorami nuovi, siamo finiti in giardini che pensiamo boschi, in aiuole che immaginiamo foreste, acqua nel bidè che pensiamo mare aperto.
Non siamo più capaci di confessarci l’impossibile che è immaginare quello che non c’è e ci potrebbe essere.
E lasciamo andare, ripetiamo le preghiere ma non cerchiamo Dio. L’utopia è bandita, l’avvenire è niente altro che oggi spostato a domani.
Non inventiamo favole, chi fece dei gatti insegnanti di volo ad un gabbiano è perito anche lui e il gatto è tornato a mangiare crocchette con un gabbiamo destinato a rovistare in discarica.
Invece.. invece ci spinge avanti l’insondabile, il traguardo impossibile, la possibilità non prevista.
Il covid schiaccia il tempo a oggi, ma oggi ha senso in un desiderio che è il bisogno di domani. Lascia stare, rinuncia, non si può rischiare è come dire non oso neanche immaginare.
Invece vi assicuro che ho visto un gatto con gli stivali, una luna piccola convincere gli scettici che dietro la gobba aveva il senno degli uomini che, fino a quando non vanno a riprenderselo con un cavallo alato, sono autorizzati alla follia.
fattoalatina