DI LIDANO GRASSUCCI
Sono stato, sono, spavaldo alla vita. Sono di una generazione che della vita se ne fregava. Di quelli che il corpo era in uso e la felicità ci poteva anche vedere sia coinvolti sia morti.
Abbiamo seguito utopie impossibili, amori irrealizzabili con una voglia di vita incontinente. Abbiamo preso a pernacchie preti e sapienti, preso per culo i potenti. Riso di ogni cosa. Che tipi “impresentabili ai genitori”
Ma?
Ma ora, ora se quel tampone uscisse positivo? Vedo imbecilli che fanno digressioni ignorando le dimensioni.
Ma se uscisse che il virus è in me? Positivo dicono che poi è negativo se è per chi è coinvolto. Dicono che tolga il fiato. E la testa mi va al lamento dei miei vecchi che era “affogafiato”, quel respiro che veniva a mancare.
Sento già che le cose non sono spavalde ma dentro un involucro stanco, sento il virus dei ricordi già togliermi il respiro di un altro ricordare. Sento che arriverà uno che mi dirà non va poi così diritto. Certo mi sono aggrappato a questa vita, con unghie e dita, braccia, gambe e l’ho immaginata infinita. Ma ora?
I ragazzi fanno il loro, il tempo fa il suo. Vedo le notizie e l’età mia, tra i numeri, sta sempre più sull’orlo. Parlano di rischio come fosse lavabo ben lavato.
Manca un passo, ho un altro passo. Noi, noi che stiamo saltando il 5 davanti e col sei è un altro tempo ora non “spavaldiamo” più ma ci fermiamo a respirare e non è cosa scontata.
Nulla della malattia iniziale è rimasto, non è più giusto il mondo, i preti sono ancora a comandare con i loro chierichetti e sacrestani che fanno la cresca sul sangue di Cristo e non lasciano certo il pane.
Se… ora ci penso, ci ripenso e considero i cretini che non hanno dubbi e si sentono esenti…. sono comunque coinvolto.
Anche se voi vi credete assolti
Siete lo stesso coinvolti.
fattoalatina.it