IL RITORNO DI UN LIBERO PENSATORE

DI CLAUDIO KHALED SER

Rieccomi qui, dopo esser stato messo dietro la lavagna dall’inflessibile maestra e dal solito compagno di banco spione.

Rieccomi qui a ribadire che TUTTO quello che ho scritto, che scrivo e che scrivero’, fa parte del mio pensiero e che qualcuno farebbe bene ad averne uno suo, senza per questo voler distruggere quello degli altri.
Io difendero’ sempre questa mia Libertà.
Quindi rassegnatevi, come un buon lupo, perdero’ il pelo ma non il vizio.

Avere il diritto di esprimere il proprio pensiero e la propria opinione è alla base di ogni società civile.
La libertà di pensiero dovrebbe essere alla base di ogni democrazia. Esprimere la propria opinione, sottolineare accordo o disaccordo nei confronti di un argomento, è un diritto di ogni individuo, al di là della classe sociale di appartenenza e del percorso di studi fatto. Privare le persone di questa possibilità, agire con la censura, vuol dire violare la costituzione e sfociare nella dittatura.

“La libertà è come la poesia: non deve avere aggettivi, è libertà.” (Enzo Biagi)
Le catene di una schiavitù, non legano solo le mani, ma bloccano il Pensiero, il Dire.
La schiavitù intellettuale é la prima forma di violenza che si manifesta sull’Uomo.
Farlo tacere significa condizionare pesantemente la sua Libertà, renderlo muto e quindi schiavo.
Erri De Luca sostiene che, per uno scrittore, il “reato d’opinione” é un onore, una medaglia appuntata sulla sua pagina, ed io, in questi anni di medaglie ne ho vinte parecchie su questo social intriso di falso perbenismo, di ipocrisia, di “politically correct” che tanto piace a tutti coloro che hanno paura di dire.

Perché Amici miei, il “dire” é “pensare” é rivendicare la propria opinione ed avere il coraggio d’esprimerla
.Giusta o sbagliata che sia, il Diritto non valuta, il Diritto permette.

E’ attraverso ogni vostro singolo commento che si formano le Libertà di Pensiero, che ci si ritrova o ci si scontra, nel pieno Diritto di ciascuno di dire e di capire, di continuare a credere in quello che si afferma o di cambiare il proprio punto di vista.
Si chiama arricchimento.

Ma é chiaro che molti non ci vogliono ricchi.
La povertà si domina.
Provo pena per quelli che pensano alle museruole, che credono nei bavagli, che impongono limiti e confini alle parole.
Provo pena per quelli che prima difendono un giornaletto e poi stracciano un post.
Quelli che rinunciano alla Libertà, in nome di una piccola, insignificante, tranquillità temporanea, non meritano né Libertà né Sicurezza.
Solo catene.

E credetemi, non esiste un uso buono o cattivo della Libertà, c’é solo un uso insufficiente di essa.
Ad una farfalla, ad un uccello, se tagli anche solo un piccolo pezzo di ala, gli impedisci di volare e cosi’, ad un Pensiero, non puoi tagliare le Parole per renderlo più malleabile e quindi “conveniente”.

Non siamo pesci rossi nel vaso.
Non ci dobbiamo accontentare di quel poco che ci viene concesso, delle briciole per sfamare la nostra sete di Libertà.
Non é vita e lo sapete.

Se la Libertà significa qualcosa, significa il diritto di dire alla gente anche ciò che non vuole sentire.
E tu che leggi, hai tutto il diritto di tapparti le orecchie e gli occhi, ma non di chiudere la mia bocca.

Chi apre la porta di un pensiero, chiude una prigione.

Buona giornata.