DI DANIELA YAYA DI CAMILLO
Sean Connery all’età di 90 anni ci ha lasciato. Non possiamo accettarlo, come se, il suo personaggio cinematografico, il mentore dell ‘immortale “Abitatore delle ‘Alte Terre’ di Scozia” , avesse dovuto davvero renderlo immortale. E invece no. Il James Bond più famoso, bravo e bello di tutti i tempi ha dovuto rendere conto all’età e ai suoi dilemmi, la sua usura. Se ne è andato in silenzio come ogni comune mortale. Non lo accettiamo perché rappresentava l’uomo che avremmo voluto accanto come amico o come amante, che tutti gli uomini avrebbero voluto essere. Ma la madre vita non ci lascia tempo interminabile, neanche quando siamo i migliori. L’immortalità non lo ha assistito e anche se 90 anni è un’età di tutto rispetto per poter consegnare le ossa stanche e usurate, non ci piace sapere che anche gli “intoccabili”vanno via, come chiunque. Ma loro, quelli che hanno saputo regalare professionismo, capacità e sogni, saranno sempre nel nostro immaginario capaci di uscire fuori dalla loro vita, ma non dalla nostra. E si perdona loro anche qualche scivolone umano. Ma non la morte, lei non la perdoniamo mai. Addio ultimo degli irresistibili eroi gentili.