IL VECCHIETTO DOVE LO METTO!

DI VIRGINIA CIARAVOLO

Oggi a me domani a te… La condizione dell’essere anziani è una ruota che gira, nessuno ne è immune, ne’ può sottrarsi al lento logorio fisico e mentale degli anni che inesorabili avanzano. Quello che più colpisce è come si fa presto a cambiare idea, di fronte alla paura e all’angoscia. Come l’egoismo impera se si deve scegliere tra vivere o morire. Mors tua vita mea, la legge del taglione, sembra proprio che questa pandemia stia tirando fuori la melma più profonda , e se una manciata di mesi prima per mero opportunismo si parlava di politiche per la terza eta’, ora addosso all’anziano, lockdown anagrafico, chiudiamoli e non ne parliamo più. Tutto questo senza un briciolo di sensibilità, senza remora e pudore alcuno si lanciano in Twitter necrofili e rilasciano interviste con lo scopo di convincerci che se non li buttiamo nell’umido, che almeno si seppelliscano vivi anzitempo. Ma lasciando perdere la poesia ed i valori affettivi che questa ignobile proposta sporca e lede, la dignità di questa categoria, spostiamoci su un piano di realtà, è davvero funzionale una scelta del genere, a fronte della grave perdita che potremmo ottenere sposando questa meschina tesi ? Ho sempre immaginato la Terza Età come una risorsa, non è un caso se oggi vengono identificati come anziani attivi, con un ruolo cruciale
sia nella società che in famiglia. Quanti di noi nella crescita dei propri figli ci siamo avvalsi dei nonni, che hanno sopperito alla carenza economica o all’impossibilità per via dei costi esosi di avvalersi degli asili nido ? O ancora quanti di noi possono lavorare d’estate quando le scuole sono chiuse, e non sappiamo a chi lasciarli o non possiamo permetterci una baby sitter a lungo orario? Ma come possiamo mai “sputare” sull’immenso patrimonio di competenze, esperienze di costoro, una vera e propria enciclopedia di saperi utili nella crescita di giovani e meno giovani. Si chiama trasmissione circolare di competenze ed e’ vino dolce per le nostre menti. E allora proprio non riesco a comprendere come taluni siano diventati per poter dimenticare tutto ciò, come sia possibile che solo si pensi una cosa cosi’ orribile, che al solo pensiero ti ribolle il sangue … Questa pandemia non ci ha reso ne’ migliori, ne’ peggiori, ha semplicemente svelato l’indole segreta di ognuno di noi che in una morbidezza reattiva ed in una situazione no-stress, avevamo ben celata. Vorrei in un impeto di generosità, che magicamente tutte le macabre parole spese a favore di questa idea delirante, scomparissero, non sia mai vadono in mani sbagliate, nelle stesse mani di quei figli che legittimati dalle scelte dei genitori, decidessero ad una certa della loro inutilità al mondo.

Virginia Ciaravolo psicoterapeuta- criminologa