DI CLAUDIA SABA
Il 1 novembre 2009 muore Alda Merini, la “poetessa dei Navigli, la donna troppo folle per i sapienti di questo mondo.
Alda, voce dell’amore che attraverso le parole racconta il dolore, cura della sua anima.
“Sono nata il 21 a primavera“, recita in una sua famosa poesia.
A Milano, la sua amata città.
Dopo la nascita delle due prime figlie, Emanuela e Flavia, Alda vive il suo periodo più buio.
Si ammala.
Disturbo bipolare, stabilirà la diagnosi.
Internata nell’ospedale psichiatrico “Paolo Pini” resterà qui rinchiusa per 8 anni.
Solo ogni tanto, le verrà concesso di tornare a casa.
Metterà al mondo altre sue figlie che però, verranno affidate ad altri.
Alda, intanto, scrive.
È nella raccolta di poesie “La Terra Santa”, che Alda esprime i suoi stati d’animo più intensi.
E diventerà uno dei suoi maggiori capolavori.
Vince il Premio Librex Montale per la poesia.
Nel 1983 muore il marito Ettore.
Si sposerà, più tardi, con il poeta e medico Michele Pierri.
Nel 1986 pubblica il suo primo libro in prosa “L’altra verità. Diario di una diversa”.
E ottiene una laurea honoris causa dall’Università di Messina in Teoria della comunicazione e dei linguaggi.
Nel 2009, scopre di avere un tumore osseo.
Il primo novembre dello stesso anno, nell’ospedale San Paolo di Milano, Alda Merini muore.
Non prima di aver fatto colorare le sue unghie di rosso.
“Una sola rosa rossa ci dovrà essere in chiesa”.
Rosso, come l’amore.
Rosso, come la sua passione per la vita che, nonostante tutto, non l’ha mai abbandonata.
“Non mettetemi accanto
A chi si lamenta
senza mai alzare lo sguardo
A chi non sa dire grazie
A chi non sa accorgersi più
di un tramonto
Chiudo gli occhi,
mi scosto di un passo
Sono altro
Sono altrove”.
Alda Merini