DI REDAZIONE
Nella mia intervista al Corriere della Sera ho chiarito che in questa fase di piena emergenza l’unica strategia immediata è quella orientata al contenimento dell’epidemia, ma occorre anche un pensiero più lungo per far ripartire l’Italia nei prossimi mesi.
In attesa di evidenze scientifiche, non dimentichiamo che esiste pure un’immunità acquisita dopo il contagio e che potrebbe spiegare l’andamento ridotto nelle aree più colpite durante la prima fase dell’emergenza. Non sappiamo quanto duri questa immunità, ma sappiamo che ad oggi i casi di recidiva del virus sono minimi o inesistenti. Preservando le categorie più fragili, è possibile pensare che la ripresa possa partire proprio da chi il virus l’ha già avuto e superato, ma saranno gli scienziati a dircelo.
Per quanto riguarda le proteste di piazza di questi giorni, in un momento così difficile, le ritengo pienamente comprensibili e spesso giuste, a patto però che siano pacifiche. C’è un problema di tenuta sociale, in Europa e nel mondo, che non va sottostimato perché trae origini da un disagio diffuso di cui qualcuno cerca di approfittare.
Per risolvere il problema della circolazione del virus dovremo aspettare la produzione su larga scala di un vaccino sicuro ed efficace, e per questo passerà inevitabilmente molto tempo. Ma è plausibile che già prima il virus possa regredire per gli effetti dell’immunità di gregge. Se così sarà, dovremo farci trovare pronti per favorire una ripresa rapida della nostra economia.
Pierpaolo Sileri