COVID-19: IL VIRUS IN ITALIA NON SI FERMA

DI PATRIZIA ING.LASSANDRO
Purtroppo i dati dei contagiati giornalieri in Italia tornano a far paura.
Oggi sono quasi 38 mila nuovi casi, 37.809 in più rispetto a ieri. 234 mila tamponi effettuati, 14361 in più rispetto alle 24 ore precedenti. Su cento tamponi eseguiti 16 sono risultati positivi.La percentuale di contagio sale sopra il 16% e i morti si attestano intorno ai 446, metà del picco massimo registrato il 27 marzo quando i morti erano stati 969. Nessuna regione ha registrato zero decessi. In testa per questo triste dato si attesta la Lombardia con 141 deceduti, segue la Campania con 40, l’Emilia-Romagna con 40, la Sicilia con 34 e la Toscana con 32 morti.
Attualmemte i positivi al virus sono 499118 e 862681 in totale se si conteggiano tutte le persone positive dall’inizio della pamdemia.Gli ospedali generalmente sono sotto tensione e si attrezzano per far fronte al peggio che potrebbe arrivare se non si corre subito ai ripari. I pazienti ricoverati con sintomi sono 24005 mila. In alcune città le ambulanze si affollano a decine, in coda davanti ai pronto soccorso, cariche di pazienti Covid, in attesa che i malati possano essere prontamente assistiti.
La chiesa dell’ospedale San Luigi di Orbassano di Torino si prepara ad accogliere i pazienti Covid così come aveva fatto la chiesa Martini di Torino, allestendo file di brandine al posto dei banchi per i fedeli.
Il San Luigi aveva mantenuto aperto il Pronto Soccorso e aveva messo a disposizione 135 posti letto grazie alla riconversione di quattro reparti. Ciò però non è bastato a causa dell’aumento dei ricoveri, per questo hanno utilizzato gli spazi della chiesa del nosocomio, oltre alla sala convegni. Il divario tra i primari di terapie intensive che disperati senza posti liberi, invocano misure ancora più restrittive e le regioni rosse e arancioni che si lamentano e chiedono di riaprire subito, diviene sempre più netto. Il Ministro della Salute Speranza, chiede di “lasciare la pandemia fuori dallo scontro politico o saremo sempre più deboli”.
Intanto le proteste contro le restrizioni in Italia sono sempre più diffuse e generalizzate.