DI MARIO PIAZZA
ATENEO, una parola suggestiva derivata dalla dea della sapienza Athena, alias Minerva. Parola creata per indicare i luoghi della cultura di livello più alto come le università e le accademie.
L’Università Statale di Milano è un ateneo o meglio lo sarebbe se al suo interno non si trovasse, speriamo ancora per poco, un docente come Marco Bassani, ex-collaboratore del defunto ideologo della Lega Gianfranco Miglio e candidato fallito per l’altrettanto fallito “Fermare il declino” di Oscar Giannino.
Inquadrato il personaggio non dovremmo affatto stupirci del suo post in inglese su Kamala Harris che recita:
“Sarà un’ispirazione per le giovani ragazze dimostrando che se vai a letto con l’uomo giusto, potente e ben ammanicato, anche tu puoi essere il secondo violino di un uomo con demenza. Come la storia di Cenerentola insomma”.
La volgarità sessista fatta insegnamento, lo squallore in cattedra, tutta la vigliacca sporcizia maschilista portata non nelle piazze brachicefale sotto forma di bambola gonfiabile ma nelle aule dove si forma quella che domani sarà la nuova classe dirigente, quelli che domani chiameremo dottori.
Un episodio come questo fornisce una nuova lettura della didattica a distanza, intendendo come distanza quella che dovrebbe separare gli omiciattoli frustrati dai luoghi del sapere.