Un movimento, i Cinque stelle, in cerca di una identità politica e culturale che potrebbe avere negli Stati Generali di oggi e domani l’avvio di un percorso fecondo. Additati come impreparati, sprovvisti di un orizzonte politico, derisi come dilettanti allo sbaraglio, persino pericolosi, i Cinque stelle hanno ora un compito arduo ma importante da svolgere prima per se stessi e subito dopo per i cittadini e per il Paese: dotarsi di una identità politica e culturale e di una struttura ed organizzazione nuove.
Passare da movimento ad una forma di partito senza però recidere le loro radici movimentiste ed i loro valori, primo fra tutti l’onestà, la pulizia e la trasparenza, che li hanno sinora contraddistinti e fatti apprezzare dalla gente. Questo patrimonio non piccolo, sin qui accumulato, compresa l’esperienza dell’attuale governo Conte, da solo non basta, non può bastare: bisogna attraversare il Rubicone che ancora li divide dal Governo e dal saper Governare il Paese, inventandosi una cultura e un altro modo di governare per non uniformarsi alla prassi ben nota del do ut des, del compromesso al ribasso per una poltrona, del potere fine a se stesso.
Ebbene, gli Stati Generali sono una grande occasione per gettare le basi di una svolta politica e culturale, tale da rendere spendibile da subito la forza elettorale sul mercato della Politica mettendo assieme al valore principe dell’onestà, della pulizia e trasparenza, quelli della libertà, dell’uguglianza, della giustizia sociale, del lavoro, della qualità della vita, della salute e benessere, dell’istruzione, della ricerca e formazione. E della laicità delle Istituzioni, un tema oggi in disuso, riposto in soffitta. Serve coraggio ed audacia per far tornare a sentire quel boom per aver messo a soqquadro negli ultimi anni il decadente, asfittico, corrotto mondo politico ed economico.
Si chiede ai Cinque stelle di fare una scelta di campo. sinistra o destra. Trattasi di due parole un pò arrugginite, anchilosate: meglio optare per libertà, uguaglianza, giustizia sociale, lavoro, qualità della vita, salute e benessere, istruzione, ricerca e formazione.
E in campo economico? Si chiede sostanzialmente: pro o contro il capitalismo? Nessuna delle due in quanto rappresentano e sono il passato: l’approdo potrebbe essere un capitalismo dal volto umano, ben temperato, non schiacciato tutto sul profitto e il mercato, ma riformato strutturalmente per produrre più beni durevoli, indispensabili alla vita e al benessere delle persone, e meno beni affluenti e prevalentemente adatti a consumi infiniti.
Si chiede ancora ai Cinque stelle: siete o no per alleanze strutturali con altri partiti? Le alleanze, si sa, si costruiscono sui programmi ed i programmi si basano su dei principi universali, come sono libertà ed uguaglianza, giustizia sociale e lavoro, qualità della vita ed ambiente, salute e benessere, istruzione e ricerca e formazione.
Si potrebbe dire che l’obiettivo sia, è quello di battersi per perseguire una società più ricca perchè diversamente ricca.