PERU’ IN CRISI POLITICA CAMBIA TRE GOVERNI IN POCHI GIORNI

DI LUCA BAGATIN

Il 9 novembre scorso, il Parlamento peruviano ha messo sotto accusa e rimosso dal suo incarico il Presidente indipendente Martin Vizcarra con l’accusa di corruzione, ufficialmente non ancora provata. Gran parte della popolazione – che sostiene Vizcarra – ha dunque gridato al golpe e ciò ha portato a numerose proteste popolari.

Il giorno successivo, Manuel Merino, esponente di Azione Popolare – in qualità di Presidente del Parlamento – è stato incaricato di presiedere il nuovo governo. Un governo di estrema destra, sostenuto peraltro dalla marina militare.

Le proteste di piazza non si sono placate e sono state persino alimentate dalla violenza repressiva della polizia – la quale ha utilizzato proiettili di gomma e gas lacrimogeni, anche contro la popolazione inerme – e ciò ha portato a tre morti e un centinaio di feriti.

Le violenze e gli abusi commessi dalla polizia sono stati immediatamente condannati da numerose forze politiche peruviane, oltre che dalla Corte costituzionale e dall’Ufficio del Difensore del Popolo. Tali denunce hanno portato alle immediate dimissioni di 13 dei 18 ministri del governo Merino, appena costituitesi.

La rabbia della piazza non si è dunque placata e il 15 novembre, Merino, si è visto costretto a dimettersi.

A sostituire Manuel Merino è stato successivamente eletto dal Parlamento Francisco Sagasti, ingegnere e esponente del Partido Morado (Partito Viola), di ispirazione centrista, il quale fu l’unico partito a votare – in Parlamento – contro la destituzione dell’ex Presidente Martin Vizcarra.

Sagasti sarà presidente ad interim e traghetterà il Paese sino alle elezioni, che si terranno nell’aprile 2021.

Luca Bagatin