DI RINO GIRIMONTE
Signor Presidente,
ritengo sia una fortuna e un sollievo avere lei alla guida del paese, in questo dramma epocale, e non gli amici di Orban, Duda, Trump, Putin, Bolsonaro. E forse un giorno, fuori da questo psicodramma, le verrà riconosciuto. Errori, quando si decide, soprattutto sotto pressione, e per propri limiti, in un paese in cui non mancano gli esperti e i profeti del giorno dopo, in cui l’opposizione fa il tifo sempre per chi gioca contro di noi, sono all’ordine del giorno. Nessuno può rimproverarle, però, di aver schivato responsabilità, ore di lavoro, quando altri si sfruguliavano le palle, soprattutto quelle nostre, sforzi veri per rappresentarci con autorità ai tavoli e nei negoziati che contano e che sono decisivi per la sorte del nostro paese. Non oso immaginare se a quei tavoli europei ci fossero stati i nostri patrioti. Sempre si può fare qualcosa di più, ma questo possono dirlo chi qualcosa fa. Detto ciò, la gestione dell’affaire Calabria è un capitolo increscioso. Quella terra, che è anche mia, la più bella, suda a pena e dolore, sanguina di arretratezza, ruberie, malaffare, intrugli e intrighi, spolpamenti vari, senza infrastrutture, necessarie come l’aria per farla uscire dall’isolamento, con una classe dirigente spesso imbarazzante, con infiltrazioni d’ogni tipo, questa terra andrebbe presa in cura ed amata, prima di tutto dai suoi inquilini. Un calabrese su cinque si cura fuori dalla regione, sono 11 anni di commissari arrivati lì con forbici poderose,18 ospedali, in tutte le province, sono stati chiusi per i piani di rientro, scarsa la medicina di prossimità, le aziende sanitarie non odorano a santità, per i cittadini le pene e gli oneri, per altri gli onori e splendide carriere politiche. Questa terra, di tutto aveva bisogno, tranne che dello spettacolo offerto con la telenovela dei commissari. Le onora assumersene la responsabilità, forse per non lasciare solo il ministro Speranza ma, francamente, non so cosa voglia dire questa assunzione se resta solo una locuzione. In condizioni normali, fuori dalla pandemia, qualcuno avrebbe dovuto fare un passo indietro. Ai calabresi servono fatti concreti, e l’arrivo di Emergency è buona notizia, servono ospedali aperti, soldi spesi per le terapie anticovid, trasparenza nella gestione delle risorse, autorità rispetto ai pappagalli regionali, valorizzazione delle competenze locali, investimenti in infrastrutture, in cultura, manutenzione delle sue bellezze e dell’onorabilità, e un lungo eccetera, ad ognuno secondo le sue responsabilità, ad ognuno secondo le sue capacità. Questa mia terra ha bisogno di dignità.
La saluto attentamente.