DI PATRIZIA CADAU
Il 25 novembre è quel giorno dell’anno che ricorre tutti gli anni e che dura una settimana, in cui piove retorica sulla necessità di combattere la violenza di genere. È come se un delirio collettivo s’impossessasse della gente e d’improvviso, uomini che fino al giorno prima stavano perseguitando le donne in qualche luogo, avvocati, forze dell’ordine, psicologi, giornalisti, tuttologi, giocatori di calcetto, politici e quant’altro si trasformano in paladini di virtù, con l’occhio lucido, il respiro corto e parole di circostanza.
Alcuni tentano anche penose arrampicate politiche sulla questione, per tornare il giorno dopo a fare quello che facevano il giorno prima: difendere i violenti e accusare le vittime.
Oppure semplicemente fottersene.
Per fortuna quest’anno tutto si svolgerà da remoto e io potrò schifare il tutto comoda e serena, senza il rischio di essere vista.