DI VINCENZO G. PALIOTTI
Il 22 Novembre 1963 a Dallas John Fitzgerald Kennedy, 35° presidente degli Stati Uniti d’America, cadeva sotto i colpi di killer di stato e con lui cadevano le speranze degli uomini liberi di vedere realizzata quella “nuova frontiera” che JFK andava predicando e che avrebbe cambiato il volto degli USA e di conseguenza dello scacchiere mondiale.
Mai come in questo momento va ricordato questo delitto e l’opera della sua vittima per come l’America si è trasformata ed ha mostrato il suo vero volto al mondo intero con l’insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump. Questo evento chiude il cerchio e completa quell’opera di restaurazione, in modo tanto esplicito, dei poteri forti a capo del paese più potente del mondo, restaurazione cominciata proprio quel 22 Novembre 1963.
Oltre a ciò ci dobbiamo aspettare un ritorno alla “guerra fredda”, un ritorno all’eterna lotta al comunismo che è stata per anni e per tanti presidenti americani un cavallo di battaglia vincente. Trump non ha perso tempo a cavalcarlo e presto coinvolgerà i suoi alleati-sudditi tra i quali il nostro premier/segretario
Renzi. Per tutti questi motivi John Fitzgerald Kennedy deve essere sempre ricordato quale “martire” da tutti gli uomini veramente liberi ma specialmente perché il suo ricordo resta e deve restare un monito alla cattiva coscienza degli USA. Noi tutti erroneamente guardiamo agli USA attraverso una facciata ipocrita e falsa che trae in inganno: l’America non è certo New York e/o Los Angeles. L’America vera, quella di Trump, è quella che ha assassinato il proprio presidente che voleva l’uguaglianza, la giustizia sociale e la pace. L’America vera è quella degli stati dell’Unione, quelli che ancora ostentano la bandiera del sud, quella che non si è mai piegata all’uguaglianza delle “razze”, quella contro la quale lottava Kennedy, quella che sta tornando pericolosamente a galla dopo anni di “forzato” silenzio.
E tutto ciò lo si nasconde dietro agli “interessi comuni”, alla necessità di far sopravvivere lo stato calpestando diritti e persone, proprio come accadde in Germania nel 1934 con l’ascesa del nazismo e di Hitler.
Tutto questo veniva pubblicato il 22 Novembre 2016, all’alba dell’elezione alla Casa Bianca di Donald Trump e molte cose citate si sono poi effettivamente realizzate. Il tentativo di restaurare la discriminazione razziale con disordini e devastazioni che hanno richiamato la memoria proprio agli anni in cui si affermava JFK, “black lives matter” la risposta di quasi tutta l’America. Il finale poi delle elezioni che hanno visto prevalere Biden su Trump, gli sviluppi legali che ne sono scaturiti con l’ostinazione di Trump a non voler accettare la sconfitta, confermano quanto fosse vicino alla verità questo articolo.