IRAN, UCCISO IL DIRETTORE DEL PROGRAMMA NUCLEARE IRANIANO

di Luciano Assin

corrispondente da Israele

 

Mohsen Fakhrizadeh. direttore del programma nucleare iraniano è stato ucciso in pieno giorno in una zona ad est di Teheran da un commando formato da almeno tre gruppi distinti. Secondo il New York Times dietro l’eliminazione c’è la mano del Mossad, come da copione gli israeliani non si scompongono e mantengono la politica del “no comment”.

Sicuramente un’operazione del genere necessita di professionisti di prim’ordine. Non si tratta solo di saper sparare, bisogna essere a conoscenza del tragitto, degli orari, del numero di macchine e del numero di uomini di scorta. Fakhrizadeh era un bersaglio molto importante ed è quindi sicuro che girasse protetto nel miglior modo possibile.

Secono le prime ricostruzioni la macchina con a bordo il dirigente iraniano è stata prima fatta bloccare da una carica esplosiva applicata tramite una calamita all’esterno della vettura da due motociclisti, in seguito altri due gruppi hanno provveduto all’eliminazione fisica di Fakhrizadeh e di almeno tre agenti di scorta. L’operazione in tutto è durata una manciata di minuti dopodichè gli attentatori si sono dileguati indisturbati.

Il successo di un’operazione del genere dimostra il livello di vulnerabilità del sistema di sicurezza iraniano, le falle che hanno permesso di raccogliere una tale quantità di informazioni così precise sono enormi. Il nome di Fakhrizadeh aveva raggiunto una certa notorietà nel 2018, quando il premier israeliano Netanyahu in una conferenza stampa rese pubblici i documenti segreti del progetto nucleare militare iraniano. In piena conferenza stampa televisiva vennero scoperti decine di dossier trafugati dal Mossad direttamente da un archivio segreto a pochi chilometri da Teheran. In quell’occasione Netanyahu fece per la prima volta il nome del responsabile del programma aggiungendo in maniera sibillina “ricordatevi questo nome”.

Gli analisti israeliani sono concordi nell’affermare che Trump ed Israele sono intenti a sferrare quanti più colpi possibile verso l’Iran prima della fine del mandato dell’attuale presidente statunitense. Non è ancora chiaro quale sarà la risposta di Teheran, probabilmente aspetteranno fino a quando Biden non chiarirà le sue posizioni nei confronti dell’embargo attualmente in atto contro il regime degli Ayatollah. In ogni caso un colpo del genere è paragonabile all’eliminazione del generale Qasem Soleimani avvenuta il 3 gennaio di quest’anno.

Quasi sicuramente la scomparsa di  Fakhrizadeh rallenterà lo sviluppo del programma iraniano, certamente non lo potrà fermare vista la determinazione iraniana di arrivare a possedere armi nucleari. In ogni caso la preoccupazione principale per gli iraniani consiste nel rafforzare il proprio sistema di sicurezza che come i recenti avvenimenti hanno dimostrato non è in grado di proteggere i suoi migliori uomini.

 

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