GILETTI E LA CROCIATA CONTRO LA COMPAGNA DI CONTE

DI CLAUDIA SABA

Vergognoso assalto di Massimo Giletti ad Olivia Paladino, la compagna del premier Giuseppe Conte.
Prima le “Iene”, poi la Procura di Roma e ora anche Massimo Giletti dal programma “Non è l’Arena” su la 7, si avventa contro una donna con un inseguimento che sembra somigliare molto a uno stalkeraggio.
“Le Iene si erano appostate fuori da un supermercato per fare domande alla compagna del premier, sono intervenuti gli agenti della scorta e ne è nato un gran trambusto”, aveva riferito il conduttore.
Ma qualche giorno dopo è proprio Giletti con un suo collaboratore ad entrare in quel supermercato con una telecamera nascosta.      
“Ma c’erano quelli delle Iene? Chi cercavano, una donna?”, chiede Giletti.
“La moglie di Conte, li abbiamo cacciati”, rispondono i commessi del discount, senza sapere di essere ripresi. “C’era una ragazza che piangeva, due uomini e state aggredendo una ragazza pure verbalmente”.
Questa è stata la versione fornita.
Smentita subito dopo da Filippo Roma, inviato delle Iene in collegamento con Giletti. “Siamo stati sotto casa della Paladino dalle 7 alle 11, non c’era nessuna scorta e il premier era al lavoro, perché alle 11.30 era a Palazzo Chigi. Lei piangeva? Assolutamente no, appena ci ha visti si è infilata nel supermercato. Noi siamo entrati per un secondo poi ci hanno fatto uscire. Le avremmo dovuto chiedere dell’hotel del padre”.      
Quindi tutto il vespaio sollevato dall’emerito “giornalaio” di Non è l’Arena, non aveva nulla a che fare con la scorta di Conte.
Un atteggiamento deplorevole quello di Giletti che, pur di arrivare a uno scoop, è disposto a tutto.
Pur di sparare a zero su questo governo, non si fa scrupoli di perseguitare una donna libera, la compagna di Conte, costretta a nascondersi per non essere raggiunta.
Caro Giletti, un consiglio.
Eviti di perseguitare una donna solo perché “compagna di…”.
Potrebbe rischiare una denuncia per stalkeraggio.
Lasci perdere, è meglio.
Ciò che resta di lei è l’idea di un personaggio squallido che con il suo comportamento deplorevole dimostra di essere un giustiziere, non un giornalista.