IL PAESE DEI CACHI … E DELLE LOTTERIE

DI PIERLUIGI PENNATI

Le destre sono arrabbiate per la lotteria degli scontrini, dicono che è accattonaggio.

C’è da chiedersi cosa sia accattonaggio, se il populismo moderno rientri in quella descrizione e se sia meglio ridistribuire una parte dell’emersione dell’evasione fiscale o tenercela così com’è.

Sinceramente, si possono immaginare molti altri sistemi oltre alle lotterie, la fantasia dà molti spazi, ma in effetti, perché dovremmo temere una lotteria od esservi contrari proprio in Italia?

Siamo forse lo stato con più lotterie, sia oggi che storicamente, e proprio le lotterie sono da sempre una voce importante della nostra società e cultura.

Se è vero che i primi segni di lotteria si hanno tra il 205 ed il 187 a.c. in Cina, nel nostro paese la prima lotteria registrata nella storia italiana risale al 1449, udite udite, a Milano, inventata da un banchiere per finanziare l’Aurea Repubblica Ambrosiana che era in guerra contro Venzia.

In Europa la prima lotteria si registra due anni prima a Bruges, nel 1446, il ricavato fu donato ai poveri, ma dopo di allora è un fiorire di iniziative, in Francia furono legalizzate da re Francesco I nel 1520, ed in Inghilterra nel 1567 dalla regina Elisabetta I, il resto del mondo non tardò a dotarsene e non parliamo nemmeno degli USA, dove nel 2014 è stata vinta la più alta cifra di tutti i tempi: 424milioni di dollari.

E poi Lotto, Totocalcio, fino ad arrivare al Superenalotto ed ai gratta e vinci, un fenomeno così radicato che si dovette molti anni fa vietare persino le diffusissime “riffe” che ogni bar, panificio, salumiere e tipo di esercente organizzava sotto le principali festività perché sfuggivano al fisco.

Inoltre anche le TV private, che di fatto sono esercenti di commercio, al loro esordio sono cresciute maggiormente proprio intorno ai giochi a premio, ovvero un tipo di lotteria, quindi se oggi il governo pensa ad una lotteria che non costa nulla e fa vincere chi paga le tasse, ovvero gli onesti…

Che dire, forse sarebbe stato meglio far vincere solo i più bisognosi, ma già premiare chi segue le regole sembra un buon inizio, soprattutto in uno stato dove l’onestà non appare così scontata e l’evasione è elevatissima, mentre non sembra affatto bello lamentarsi perché si è costretti a fare quello che si dovrebbe fare sempre: emettere uno scontrino fiscale.

Viva gli onesti, ben vengano le lotterie se li premiano.