DI ANTONELLA PAVASILI
La conferenza stampa del Presidente Conte scorre fluida.
Nessuna sorpresa, sapevamo già tutto.
Nessun pathos, nessun fremito, nessuno sgomento.
DPCM arcinoto nei contenuti e nelle date.
Poi arrivano le domande dei giornalisti.
E si comincia dalla fine.
Lo scandalo della scorta e della presunta cena al ristorante.
E qui veramente rimango senza parole.
Premesso che io aborro il giornalismo o presunto tale urlato, aggressivo, violento.
Mi mette ansia, mi angoscia quella ricerca del sensazionalismo a tutti i costi spesso basato proprio su sciocchezze.
Sempre lo aborro.
In un momento drammatico come quello che stiamo vivendo ancora di più.
È chiaro.
Se v’è una denuncia chi deve indagare è giusto che lo faccia.
Ma pensare di far scoppiare uno scandalo su simili sciocchezze mi sembra piuttosto un segno di debolezza.
Volete colpire il Presidente?
Fatelo su questioni serie e, soprattutto, con modalità serie.
Vi sembra garbato inseguire una signora per strada?
Vi sembra serio azzardare ipotesi sul contenuto della sua borsa?
Pare, infatti, che il sospetto di violazione delle norme sarebbe scattato perché la borsa era da palestra, e le palestre sono chiuse.
E allora? Non poteva andare ad allenarsi in un luogo per conto suo?
Ma poi…di che parliamo?
La gente muore, i malati soffrono incredibilmente, l’angoscia per il nostro futuro stringe il cuore, c’è chi non ha cosa mettere in tavola e i grandi giornalisti che fanno?
Inseguono, braccano, una signora per strada…
Ma per favore!
E poi, giusto per chiosare, la conferenza stampa dì stasera con la domandina perfetta della giornalista che chiede conto dei fatti al Presidente è un capolavoro.
Di strategia comunicativa.
Platea enorme, Presidente empatico, attenzione massima.
E lo scacco alle Iene è servito…
Tanto che a Natale non ci potevamo spostare dal comune di residenza lo sapevamo già…