Con il veto di Polonia e Ungheria, il Recovery Fund – approvato lo scorso luglio – era impantanato tra le maglie di un ostruzionismo che bruciava tempo prezioso, considerata l’emergenza e l’urgenza degli interventi.
ACCORDO RAGGIUNTO TRA I PAESI UE SU RECOVERY FUND E NEXT GENERATION EU
DI VIRGINIA MURRU
Ora, per quel che riguarda il raggiungimento dell’intesa tra i leader europei, si è superato quel passaggio limaccioso e insidioso, dato che il veto delle due nazioni decise a rendere difficile l’iter per la ratifica definitiva, si è arreso nelle mani della presidente di turno del Consiglio Ue, ossia Angela Merkel (in carica per un semestre dal 1° luglio al 31 dicembre).
Il pacchetto d’interventi decisi dal Consiglio europeo lo scorso luglio, e il bilancio pluriennale, potevano diventare esecutivi anche senza il consenso dei due Paesi dell’Est, ma la Cancelliera ha preferito un’approvazione all’unanimità. Potevano verificarsi ancora intralci in seguito, e il clima di emergenza attuale non può permettersi ulteriori frenate, occorre agire quanto prima.
Via libera dunque all’attuazione del Piano con l’impiego delle risorse messe a disposizione dal Recovery Fund, un pacchetto di 750 miliardi di Euro com’è noto, dei quali 209 saranno destinati all’Italia. Obiettivo di questi fondi è il rilancio dell’Economia dell’Unione.
L’intesa tra i 27 Paesi riuniti per due giorni a Bruxelles, riguarda pertanto il bilancio comunitario 2021-27 e il Recovery, orientati al rilancio e proiettati sulla ripresa dell’economia seriamente compromessa dalla crisi scatenata dal Covid-19.
Si tratta di risorse mai stanziate prima, perché la pandemia ha posto problematiche senza precedenti, non solo ai danni del vecchio continente, ma per tutto il pianeta. La disponibilità dei fondi sarà in teoria attiva il primo gennaio prossimo, anche se gli sborsi effettivi sono previsti intorno al mese di giugno 2021.
Raggiunto l’accordo, tutti i leader europei hanno esultato, dandone poi notizia nei social, tramite tweet. Il primo ad esprimere soddisfazione per il risultato è stato il presidente del Consiglio europeo, il belga Charles Michel:
“Accordo su Recovery Fund e Next Generation Eu, ora si può partire con l’attuazione del programma e la ricostruzione delle economie. Il monumentale intervento di ripresa guiderà la transizione verde e digitale.”
E’ stato necessaria un’intesa preliminare in sede di Parlamento e Consiglio Ue, prima della riunione dei leader europei con presidenza belga. Polonia e Ungheria da mesi avevano espresso la loro contrarietà sul meccanismo di condizionalità relativo allo stato di diritto. Si tratta di clausole legate ai loro rispettivi regimi politici, che avrebbero vincolato il diritto ai fondi comunitari, se non si fossero adeguati ai principi fondativi dell’Unione europea.
I due Paesi sembravano irremovibili sulle loro posizioni, e ritenevano un ricatto le obiezioni sollevate dagli altri leader europei, in particolare dalla Commissione, che in diverse occasioni li aveva sollecitati al cambiamento delle loro politiche interne, considerate ‘lesive’ dei diritti civili e della libertà di un popolo.
La Cancelliera Merkel, alla presidenza del Consiglio Ue, dopo colloqui separati con i due Paesi, è riuscita a giungere ad un compromesso. Ovvero: la condizionalità sullo stato di diritto non è suscettibile di cambiamenti, ma la Commissione si è impegnata a rilasciare una ‘dichiarazione interpretativa’ che ne renderà chiari i contenuti.
Il ruolo della presidenza tedesca, in questo delicato momento dei negoziati, è stata fondamentale per il buon esito della trattativa. E’ occorso tutto l’equilibrio e l’attitudine della Merkel alla moderazione e risoluzione delle divergenze attraverso le armi della diplomazia e del dialogo.
I leader dei due Paesi ‘ostruzionisti’, hanno dichiarato di avere ottenuto maggiori garanzie circa il meccanismo di condizionalità, ma quello polacco ha comunque annunciato che ricorrerà alla Corte di Giustizia europea. Più ‘ragionevole’ Orban, il quale ha affermato che provvedimenti così importanti per la ripresa dell’economia europea, devono ‘uscire indenni’ dagli ostacoli che si frappongono alla ratifica nelle sedi istituzionali dell’Ue.
Soddisfatta naturalmente la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, la quale ha dichiarato con entusiasmo: “L’Europa va avanti – 1800 mld per favorire la ripresa e costruire un’Unione più verde, digitale e resiliente”.
E al coro di voci non poteva mancare il presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte, che ha espresso così la sua soddisfazione per il raggiungimento dell’accordo:
“E’ un progetto chiaro e coraggioso, si può uscire dalla crisi.”
Aggiungendo:
“Si sbloccano le ingenti risorse destinate al nostro Paese, sbloccato il Next Generation Eu, che metterà a disposizione della ripresa in Italia ben 209 miliardi di euro. E non meno importante l’approvazione del Bilancio pluriennale. Adesso ci attende la fase attuativa, bisogna correre!”
Poco tempo fa, davanti ad una classe di studenti in una scuola del Nord aveva detto: “Se non saremo in grado di gestire le risorse del Recovery Fund, avete il diritto di mandare a casa il Governo.”
Cauto il ministro alla Sanità, Speranza, il quale afferma che i 9 miliardi destinati al suo ministero non saranno sufficienti, e proporrà in sede di Consiglio dei ministri ulteriori risorse per il supporto in questo momento di emergenza sanitaria e per opportuni investimenti.
Tra le voci ‘contro’, c’è Matteo Renzi, leader di Italia Viva, che sulla gestione dei fondi europei ha dichiarato: “Il piano deve cambiare, non ci stiamo a conferire pieni poteri al premier Conte”. Tra le sue obiezioni i fondi limitati alla Sanità, Cultura e le mancate attenzioni sui giovani per nuove opportunità di lavoro. Ribadisce anche la sua perplessità sul Reddito di cittadinanza.
Tra le opposizioni c’è fermento sul destino di queste risorse, ci sono stati fitti incontri negli ultimi giorni su questo tema, ed è nell’ordine delle cose. Il leader della Lega, Matteo Salvini, chiede al premier un confronto proprio sull’intenso lavoro che attende nei prossimi mesi l’esecutivo riguardo alla destinazione dei fondi in arrivo dal Recovery.
Insiste sulla necessità di riaprire le scuole e auspica un contenimento dei provvedimenti di austerity nel periodo natalizio. “Noi ci siamo” – ha fatto sapere, sottolineando che il centro destra vorrebbe seguire una ‘linea costruttiva’.