COVID – ULTIME DALLA REGIONE LOMBARDIA, FONTANA CAMBIA VERSIONE, ORA E’ PREOCCUPATO

 

DI VINCENZO G. PALIOTTI

“Questi assembramenti rischiano di mettere in gioco tutta la fatica fatta in questi mesi. Sono stati difficili, duri, settimane durante le quali abbiamo dovuto rinunciare a gran parte della nostra libertà. Adesso quello che viene letto come un via libera rischia di rovinare tutto”. (Ansa 14 dicembre 2020). Sono parole del governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana. Parole preoccupate e preoccupanti che suonano come un ravvedimento da parte del governatore Fontana che ha sempre avuto un atteggiamento superficiale, critico con chi quelle cose che sta dicendo oggi le aveva dette e ripetute nel corso di tutta la pandemia.

Ma è proprio un ravvedimento? Parrebbe di si, per lo più lo si spera, un ravvedimento rispetto a quanto dichiarato appena una settimana fa dallo stesso: “Ho proposto un percorso privilegiato in Parlamento per modificare questo Decreto-legge. Si deve eliminare questa sostanziale e ingiustificata limitazione della vita dei cittadini”. (Fanpage 7/12/2020) rincarando anche la dose: “Provvedimenti folli per Natale. D’accordo con chi non rispetterà le regole”, una dichiarazione questa che è stata “letta come un via libera”, guardando alle cronache di quanto accade in Lombardia con assembramenti con e/o senza nessuna precauzione, meno che meno mantenendo distanze di sicurezza, proprio quello di cui si lamenta oggi il Fontana, e questa volta sarà difficile negare di aver contribuito con quel “D’accordo con chi non rispetterà le regole” a quanto sta accadendo.

La speranza di tutti è che costui finalmente si sia reso conto di cosa significa superficializzare su qualcosa che è grave e che questa dichiarazione, preoccupata, sia quella definitiva, quella cioè che gli abbia fatto veramente capire che la migliore cosa da fare sia quelle di schierarsi al fianco di chi sta operando per combattere il male, lasciando ad altri gli interessi di bottega, e personali, per dedicarsi al bene comune. A meno di ripensamenti o di “istruzioni” che gli facciano di nuovo cambiare idea, il che non sarebbe la prima volta. Ma questo lo si potrà verificare qualora il Governo Conte decidesse un lock-down totale proprio nel periodo delle feste di Natale.